Hogsmeade

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Hogsmeade è un pittoresco villaggio situato in Scozia, a nord-ovest rispetto al Castello di Hogwarts, famoso per essere l'unico paese in Gran Bretagna ad essere abitato esclusivamente da maghi.

Posizionato su un'altura, durante l'anno i caratteristici tetti spioventi e il selciato che ricopre High Street e le poche traverse presenti sono molto spesso ricoperti dalla neve, presentando piacevoli basse temperature anche in estate. Il paese è costituito principalmente da abitazioni, molte delle quali hanno un piccolo orto o giardino nel retro, con pochi ma funzionali negozi, alcuni storici e altri di più recente apertura. Durante le festività gli abitanti del villaggio abbelliscono il luogo decorando High Street con candele fluttuanti e l'esterno delle abitazioni con ghirlande illuminate mentre, durante l'anno scolastico, strade e locali si popolano durante un weekend al mese degli studenti di Hogwarts provvisti del permesso firmato dai genitori o tutori per le amate gite ad Hogsmeade.


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Le vie

La stazione di Hogsmeade si trova più in basso rispetto al villaggio, non lontana dal lago: quando gli studenti di Hogwarts arrivano a capolinea, i primini scendono dei gradini in pietra molto ripidi giù per la costa, fino al piccolo molo con le barche per il tradizionale attraversamento del Lago Nero, mentre i più grandi salgono direttamente sulle carrozze che li aspettano appena fuori dalla stazione.
La strada che collega Hogwarts e Hogsmeade si snoda sotto gli alberi costeggiando lo strapiombo che dà al Lago Nero, in una discesa e poi salita in ambo le direzioni: un percorso che in carrozza dura su per giù 15 minuti a fronte dei 30 minuti di camminata a piedi che i ragazzi affrontano per raggiungere il paese magico per le gite, quando la neve non obbliga l'utilizzo delle carrozze. La stazione e Hogsmeade sono collegate direttamente da High Street: infatti, proprio in prossimità dei tre manici di scopa e dove ci sono le stalle dei Thestral, la famosa strada che divide il villaggio in due prosegue in una dolce discesa, proprio appena superato l'arco con il simbolico stemma del luogo, l'insegna in ferro battuto con al suo interno un cinghiale e la scritta "Benvenuti ad Hogsmeade". Lo stesso arco si trova anche in fondo ad High Street, ma con su scritto "Per favore, rispettate i limiti sugli incanti", un cartello che risale ai primi anni dalla fondazione del villaggio magico, quando una piccola serie di regole prevedeva l'evitare incanti troppo appariscenti che potessero richiamare l'attenzione dei babbani, molti secoli prima dello Statuto di Segretezza e delle leggi similari che l'hanno preceduto.

I luoghi

I Tre Manici di Scopa

Si tratta di una famosa e frequentata locanda ubicata all’inizio del viale principale, sul suo lato meridionale, a poche centinaia di metri dopo la stazione di Hogsmeade. Fuori dal locale, l’insegna è composta da tre manici di scopa appesi sopra l’ingresso ad arco a sesto acuto e piccole finestre dai vetri colorati illuminano frequentemente l’intera facciata fino ai piani superiori. All’interno il locale è ampio, ben illuminato e spesso affollato, provvisto di numerosi tavoli circolari verso il centro e rettangolari presso i lati, con tre o quattro sedie ciascuno o panche ai muri. Le pareti di destra e sinistra, nella loro porzione centrale, ospitano due grandi camini collegati alla Metropolvere mentre il bancone, sprovvisto di sgabelli, si trova sulla parete di fondo rispetto all’ingresso, intervallato da travi portanti che sostengono il soffitto. Il bancone è fiancheggiato sul lato sinistro da una scala che porta ai piani superiori e sul lato destro, nell’angolo, da una porta che conduce ai bagni, mentre dietro di esso una terza apertura lignea porta alle cucine.


La proprietaria è Rowena Broomstick (png): una pronipote di Madama Rosmerta, donna affascinante e curata tanto nel portamento che nell’abbigliamento da strega. Ha lunghi capelli biondo paglia che spesso porta intrecciati in ghirlande elaborate ed occhi acquamarina. Ha un carattere accogliente e disponibile: da gran chiacchierona, ama intrattenersi i suoi clienti, lavoro permettendo.

Una impiegata è Ariadne Sullivan (png): una ragazza giovane, piccola e magra, dalla pelle pallida coperta di efelidi e dai capelli biondi, quasi tendenti al bianco. Ha un carattere introverso ma da gran lavoratrice: timida e un po’ goffa, è silenziosa ma sempre presente quando c’è bisogno di un suo intervento, che sia per pulire un tavolo o per prendere un’ordinazione.


Farmacia Wonders

Si tratta di una storica farmacia ubicata lungo la prima metà del viale principale, sul suo lato meridionale. Si trova al pianterreno di una casetta a due piani, di proprietà e residenza della famiglia Wonders da quattro generazioni, quando la famiglia si trasferì da Newcastle nel 1999. Fuori il locale presenta una vetrinetta di solito occupata dagli annunci delle offerte del momento sugli ingredienti pozionistici in vendita, mentre sopra la porta cigolante d’ingresso una vecchia insegna scrostata riporta il nome del negozio. Se l’esterno del locale appare anonimo e in decadenza, l’interno non cambia di moltissimo l’impressione generale di abbandono che suscita al cliente di turno: il locale è piccolo, male illuminato e l’odore di uova marce e cavoli putridi è forte e nauseante, anche se, ad un’occhiata più approfondita, si noterà la scarsità di articoli in vendita. Gli scaffali alle pareti di destra e sinistra appaiono tristemente occupati da pochi superstiti, quali barili di roba viscida, solitarie radici rinsecchite, qualche sacchetto superstite di polveri varie e vasi di erbe officinali mezze morte. Il bancone con il registratore di cassa incantato, bilance di ottone e accessori per tagliare, tritare e sminuzzare gli ingredienti delle pozioni è posto in fondo al locale, addossato alla parete centrale rispetto all’entrata, mentre una porticina, coperta da una tenda scura, è visibile dietro di esso e porta al vero e proprio laboratorio pozionistico. Le pozioni, gli antidoti e i distillati già pronti sono in bella vista sullo scaffale dietro il bancone e sono preparati dal personale su richiesta.


Il proprietario attuale è Edmund Wonders (png classe 2010), succeduto al padre scomparso nel 2076. Lo si può trovare perlopiù in cassa a fare il commesso, è un uomo basso e tarchiato con una folta barba bianca e pochi capelli dello stesso colore; sorridente e accomodante con i clienti, concede spesso prodotti a credito ed è costantemente in asnia per le spese da pagare a fine mese. Lavora in farmacia dal 2031 ed è affiancato dal 2054 dal figlio e co-proprietario Christopher Wonders (png classe 2033). Quest'ultimo è alto e di bell’aspetto, taciturno e di poche parole; a differenza del padre accoglie i clienti in modo sbrigativo, cercando spesso di vendere l’articolo più costoso.

Dominic Maestro's Music Shop

Si tratta di un negozio di musica ubicato a metà della via principale sul suo lato meridionale, accanto all’Ufficio Postale. Sopra la stretta porta d’accesso color vinaccia pende l’insegna a bandiera composta dalla sagoma in ferro battuto di un corno francese; il nome del locale è invece presente sul frontalino dell’unica vetrina presente, sempre color vinaccia, che si trova al secondo piano, dove sono stipati una moltitudine di strumenti in esposizione. All’interno l’ambiente è poco luminoso ma allegro, nei toni del bordeaux e con strumenti che, ammassati sulle pareti, di tanto in tanto attirano l’attenzione con melodie improvvisate o brontolii ritmici indecifrabili. Lo spazio stretto e lungo del negozio rende difficile muoversi liberamente al suo interno, sia al piano terra che al piano superiore, questo raggiungibile attraverso una scala in legno ripida e stretta addossata al muro, parallela al bancone che invece si trova sul muro a destra. Oltre a strumenti musicali di qualsiasi tipo il catalogo comprende anche una vasta scelta di spartiti, tant’è che riceve ordinazioni da tutta la Gran Bretagna. Offre anche un servizio di riparazione, ma blando e solo quando è possibile, preferendo sempre consigliare il nome di qualche liutaio competente.
La gestione del negozio tende a passare di mano in mano fra gli allievi dell’originale proprietario.


La proprietaria è Isabelle Starling (pg)


Ufficio Postale

Si tratta di uno dei diversi edifici postali della Gran Bretagna, ubicato a metà del viale principale, sul suo lato meridionale, di fronte a Mielandia e Scrivenshaft. Fuori dal locale, l’insegna circolare mostra un gufo al centro ed è posizionata all’angolo per maggiore visibilità. L’ingresso è composto da una piccola porta rossa intervallata da due sporgenti vetrine semicircolari con all’interno gabbie, gufi che vanno e vengono per sbirciare i passanti, scatole e lettere di vario genere. All'interno, l’ambiente dal forte odore ha una superficie contenuta ma un soffitto molto alto, atto a contenere i vari loculi dei rapaci, arrivando fino ad un massimo di duecento volatili di diverso tipo. Ogni loculo ha una targhetta di differente colore a seconda della velocità desiderata per l’invio delle lettere. Il bancone si incontra subito, dirimpetto all’ingresso, dove si viene accolti dal dipendente di turno per la presa in carico della spedizione. Di lato al bancone è possibile trovare la tabella con le informazioni riguardo colori, velocità e prezzi. La divisa degli dipendenti comporta un grembiule intero sul davanti, di un marrone caldo e smacchiato come pelle lavorata ed un cappello dai dettagli rossi col logo dell’ufficio.


Il dipendente del turno di giorno è Alaric Wolper (png): un giovane uomo dai capelli biondo cenere e gli occhi scuri, dal delicato viso sbarbato e piccolo naso schiacciato a ricordare un poco il muso di un coniglio, se non fosse per gli occhiali rotondi poggiati su di esso. Dal carattere preciso ed ordinato, porta sempre con sé un orologio da taschino ed modesti abiti da mago sotto la divisa di servizio. È svelto ed educato con i clienti, riuscendo a gestire anche più persone contemporaneamente.

Il dipendente del turno di notte è Nera Candlelight (png): una giovane donna dal naso prominente, pelle olivastra ed ondulati capelli scuri, sempre vestita di colori sgargianti ed abbigliamenti dal carattere babbano sotto la divisa di servizio. Ha un carattere estroverso e terribilmente vivace, capace di ravvivare le ore notturne con la sua sola energica presenza. Grazie alla sua incapacità di star ferma e il facile annoiarsi, l’ufficio raggiunge il suo massimo ordine ed efficiente organizzazione proprio durante le serate più piatte e solitarie.


Istituto Darren Houtlock

Si tratta di un istituto affiliato alla Società per il Supporto dei Magonò ed è ubicato in una traversa verso la metà della via principale, sul suo lato meridionale, accanto all’Ufficio Postale. Si trova all’interno di un corposo edificio di proprietà a più piani, con un tetto spiovente fortemente inclinato e due torrette laterali. Mentre i primi due piani compongono effettivamente l'Istituto e il loro accesso è pubblico, i piani superiori risultano essere camere e piccoli appartamenti affittati a basso prezzo per agevolare giovani, mensili o squattrinati maghi e streghe, provvisti di ingresso privato sul retro. Il nome dell’istituto è presente sullo scuro architrave ligneo che per tutta la lunghezza della facciata dell’edificio corre sopra le ampie vetrate fiancheggianti la nera porta d’ingresso. Qui sono esposti dépliants e posters pubblicitari degli eventi in programma e delle organizzazioni sponsorizzanti, tra cui ovviamente la SSS. All’interno l’ambiente è fin dalla prima stanza quadrangolare molto accogliente ma quasi sempre vuoto o poco frequentato, oltre che ben illuminato da un grosso lampadario centrale in ferro battuto e legno che pende dall’alto soffitto a capriata. Superato l’uscio si incontra subito sulla sinistra il bancone scuro della reception, mentre sulla destra, al di là del corridoio centrale decorato con qualche pianta da terra, è presente un’area d’attesa con poltrone, divanetti, sedie, tavolini bassi con copie di libri d’interesse ed un grosso camino. Alle pareti sono presenti anche quadri, poster, ritagli di giornale e memoriali di famosi magonò o di eventi importanti per le tematiche affrontate dall’Istituto. Il corridoio, infine, porta fino alla scalinata centrale sulla parete di fondo che permette di raggiungere il secondo piano, direttamente affacciato sulla stanza d'ingresso con delle strette balconate lignee. Sui due lati direttamente adiacenti alla scala si trovano da una parte le due sale da riunione o colloquio, dall’altra l’ufficio per i volontari, il piccolo magazzino e i servizi.

L’istituto è stato realizzato in memoria di Darren Houtlock, giovane magonò che perse la vita nel ‘69, dopo aver partecipato ad un programma sperimentale di integrazione proposto dalla SSM e culminato nella sua nomina a Caposcuola nell’anno ‘67/’68. La SSM si premura ancora oggi, tramite questo istituto ed altri centri, di raccogliere galeoni per l'integrazione e il supporto dei magonò e offre loro consulenze di vario genere.


La Testa di Porco

Si tratta di una piccola ed economica locanda ubicata in fondo ad una traversa della via principale, sul suo lato meridionale. Sopra la porta d’ingresso, preceduto da un piccolo portico con quattro colonne storte a sorreggere il piano superiore, pende da una staffa arrugginita una consunta insegna di legno con l'effigie di una testa di cinghiale mozza che gocciola sangue su un panno bianco. All’interno, il locale si presenta come un’unica ed ampia stanza dai pavimenti sporchi e segatura agli angoli, con finestre opacizzate dalla polvere e dalle incrostazioni, permeata da un forte odore di capra. Il modesto bancone si incontra subito dopo l’ingresso, occupante quasi per intero la parete di sinistra, mentre quella di destra presenta al centro un ampio camino, sovrastato da una testa di cinghiale impagliata. Sparsi per la stanza si trovano diversi tavoli da quattro mentre tavolate più ampie sono addossate alle pareti o vicino alle finestre. Sul lato opposto all’ingresso c'è una scala di legno traballante che conduce fino a un salotto utilizzato come area comune tra le camere, con un camino e una finestra che dà sulla strada. Le camere per gli ospiti sono collocate, in linea d'aria, sopra al bancone e non sono molto note per la loro pulizia.
Per almeno vent'anni il proprietario è stato Aberfoth Silente, fratello minore del noto preside di Hogwarts.


Il proprietario è Benjamin Alcott (png): un uomo burbero e tarchiato, dalla scura barba lunga ma dalla testa rasata, con piccoli occhi neri. Di poche parole, ha un carattere riservato ed un pizzico sospettoso, ma alquanto calmo e paziente. Guilty pleasure sono le camicie da boscaiolo, di quelle a quadrettoni in lana ruvida e spessa, messe sotto la palandrana da mago.

Uno dei due camerieri del locale è Malcolm Irving (png): un uomo giovane scozzese, dalla folta barba e corta chioma rossiccia, con pelle chiarissima e piccoli occhi verdi. Ha un carattere riservato e giudizioso, cerca di passare inosservato e fa sempre il suo dovere. Prende spesso il Night Bus al posto della metropolvere ed odia volare.

L’altro cameriere fisso è Gus Scott (png): un uomo giovane scozzese, dai lunghi capelli biondo cenere, qualche lentiggine sul naso ed occhi castani. Ha un carattere esuberante, affabile con tutti ma specialmente giocherellone con chi ne ottiene la confidenza. Patito degli scherzi, infatti, soprattutto quando può usare la trasfigurazione, è spina nel fianco di Malcolm.


Grindylocks

Si tratta di uno spazioso ed eccentrico negozio per il taglio e l’acconciatura di maghi e streghe, ubicato all’angolo della prima traversa della via principale, sul suo lato meridionale, dall’altro lato dell’Ufficio Postale e di fronte a Zonko’s. Inaugurato il 28 novembre 2071, ad oggi si trova al secondo piano dello storto ed alto edificio angolare, dal cui spigolo esterno ciondola l'insegna in ferro battuto, composta da un paio di forbici ed una bacchetta incrociate. L’ampia vetrata che corre su tutto il piano superiore permette sia di dare un’occhiata all’attività interna, sia di cogliere due manichini a mezzo busto che levitano a mezz’aria: uno di megera, con in testa una montagnola rosa di sapone da cui si sollevano ed esplodono delle bolle, ed uno di Veela, a cui vengono continuamente acconciati i capelli da forbici e pettini incantati. Raggiungibile attraverso una piccola scala lignea, posta alla destra dell’edificio, prevede un interno peculiarmente ornamentale, dallo stile creativo e signorile, illuminato da una vasta gamma di colori opachi e motivi floreali. L’ingresso prevede un’area d’attesa con divanetti e poltroncine ai lati della porta d’accesso, provvisti di tavolini bassi con riviste per passare il tempo, tazze, teiere e pasticcini per servire i clienti in attesa ed incantati specchi portatili che danno suggerimenti agli interessati. Mentre il bancone quadrangolare risiede al centro della stanza, le tre rimanenti pareti sono attrezzate con eleganti stazioni da toeletta singole, uguali per maghi e streghe. I prezzi non rientrano tra quelli più economici, ma durante i week-end di uscita degli studenti, offre sconti facilmente abbordabili, mentre con un sovrapprezzo possono essere usati anche i prodotti Utopia. Tutto il personale indossa camici o grembiuli neri, impreziositi da file di bottoni dorati ed il logo del Grindylocks.


La proprietaria è Fifì Trancheveu (png): una giovane donna francese dallo stile stravagante ed esagerato, tanto nell’abbigliamento che nel trucco e parrucco, sfoggiante tinte e sfumature sempre nuove sui suoi ricci e vaporosi capelli biondi. Dal carattere spumeggiante e stucchevole, regala sorrisi e chiama tutti con affettuosi nomignoli, senza nascondere il suo accento francese. Ricorda sempre, infatti, che "le porte del Grindylòcks sono aperte a tous!".

Parrucchieri ed aiutanti sono spesso e volentieri elfi personalmente istruiti nel tempo dalla proprietaria. Per lo più gentili e servizievoli, pur avendo qualcuno più orgoglio d’artista di altri. Ci sono anche due maghi apprendisti (png): Amina Bessette, una giovane donna di origini algerine, con luminosi occhi nocciola e folti capelli scuri cui di tanto in tanto cambia colore o lunghezza. Particolarmente alta e slanciata nel fisico, è elegante nel portamento ed educatamente premurosa con i clienti, sapendo adattarsi al carattere di chi si trova di fronte. Coriander Lace, un maturo e ben distinto signore di mezz’età, ben poco eccentrico nell’aspetto curato ma semplice dei suoi completi da mago senza giacca. Caratterialmente introverso, è di poche ma sempre puntuali parole. Possiede una spiccata gentilezza dei modi ed una quasi divinatoria capacità di cogliere al meglio le volontà del cliente.


The Magic Neep

Si tratta di uno storico alimentari magico, ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato meridionale, di fronte a Stratchy & Sons. Il nome del negozio è riportato sia sulla semplice insegna a bandiera in legno, sia sul frontalino ligneo che sosta sopra l’unica vetrina verde pisello della facciata, dove è esposta una grande quantità di frutta e verdura. L’entrata si trova, tuttavia, appena svoltato l’angolo, sulla sinistra di una rientranza sul fianco dell’edificio. Sul fondo della medesima strettoia è collocato anche il magazzino dell’alimentari, dietro una porta in legno segnata dal logo del negozio che chiude il passaggio. All’interno l’ambiente è luminoso ed accogliente e, seppur molto piccolo, offre agli abitanti di Hogsmeade tutti gli alimenti di cui necessita: benché sia principalmente un fruttivendolo magico, infatti, fra gli scaffali e gli espositori verdi si trovano anche prodotti alimentari di prima necessità, da cereali e farine fino a conserve di ogni tipo. Il banco è posizionato nell’angolo in fondo a sinistra, dirimpetto all’ingresso, sopra il quale ci sono la cassa e una grossa bilancia a pesi, mentre le pareti sono tutte ricoperte dalle scaffalature; i pochi ripiani al centro sono dedicati alla frutta e verdura. Durante la bella stagione è solito posizionare in High Street una grossa bancarella su ruote nei colori del negozio, dove mette in esposizione una vasta scelta di fiori recisi e ghirlande.


I proprietari sono Hawthorn (png) e Mirabella Cornus (png): marito e moglie, sono entrambi molto alti e molto magri, tant’è che pare si siano conosciuti ai tempi di Hogwarts grazie ai pettegolezzi per cui erano considerati “una probabile bella coppia”. Silenziosi ed educati, vanno su di giri per le festività di paese, durante le quali diventano stranamente loquaci con tutti. Tendono a vestirti nei toni del blu entrambi, infatti il grembiule che fa da divisa del negozio è di un bel oltremare.


Dervish & Banges

Si tratta di un negozio di oggettistica magica, ubicato verso la fine della via principale, sul suo lato meridionale, di fronte al M.A.E.S.T.À. Sopra la vetrata porta d’accesso verde scuro pende l’insegna di legno riportante il nome del negozio, presente anche sugli architravi lignei che sostano sopra le due vetrine semicircolari e sporgenti che costeggiano ai lati l’ingresso e che presentano un’esposizione variegata dei propri articoli. All’interno l’ambiente, composto da due stanze concatenate da uno scalino, è piccolo ma ospitale ed affollato, viste le numerose scaffalature, pile e ripiani su cui si possono trovare accessori, strumenti e gadget magici di ogni tipo, forma e dimensione. È possibile trovare dagli oggetti di uso più comune agli ammennicoli più strani, dai giocattoli a strumenti per la persona o per la casa. In genere, l’attività offre anche un servizio di riparazione per articoli sia comprati nel negozio che esternamente. Superata la porta d’ingresso, mobili e vetrine verde scuro coprono le pareti di destra e sinistra, con un tavolo circolare ed espositivo al centro. Oltre questo, uno scalino permette l’accesso aperto alla comunicante seconda stanza, più ampia della prima, dove si trova il lungo bancone sulla sinistra, dirimpetto a diversi espositori più bassi che formano un paio di file. In fondo c’è una porta riservata ai dipendenti che porta direttamente al laboratorio e al magazzino sul retro.


Il proprietario è Cobalt Locus Banges (png): un vecchio scozzese dai baffi rossicci, le mani nodose e una pipa sempre in bocca. I pochi capelli che ha sono brizzolati e indossa sempre un grembiule da lavoro verde bottiglia. Non è molto loquace, un po’ brusco e sbrigativo, ma è molto brillante e in grado di riparare qualsiasi cosa. Ha una cultura vastissima sugli oggetti più disparati e la loro natura.


Stamberga Strillante

Si tratta di un inquietante edificio abbandonato ubicato poco fuori la cittadina di Hogsmeade e raggiungibile attraverso una stradina brecciata posta all’inizio del viale principale, sul suo lato settentrionale, che proseguendo verso nord porta fin sopra la collina. La struttura recintata ha un aspetto diroccato, con finestre chiuse e tegole mancanti sul tetto, nel giardino l’erba cresce incolta e qualche albero spoglio si fa largo qua e là.
Saliti i pochi gradini presenti e superata la cigolante porta d’ingresso, è chiaro lo stato fatiscente degli interni: dove il grigio è il colore che accomuna tutte le stanze, le assi di legno del pavimento cigolano paurosamente ad ogni passo, con alcuni chiodi spioventi in vista e punti ammuffiti, mentre le pareti sono decorate da una carta da parati spesso strappata, chiazzata dal tempo o addirittura completamente assente al punto da mostrare la struttura in legno sottostante. Al piano terra le scale che portano al piano superiore si trovano alla destra della porta d’accesso, mentre l’ingresso prosegue con un corridoio a L sulla cui lunghezza si affacciano l’ex salotto e la presunta sala da pranzo. Girato l’angolo in fondo a destra, si incontra una botola per terra, l’ingresso della cucina e una porta murata che dà sul retro. Nel salotto è rimasto un vecchio pianoforte a ¾ di coda, un divano e un orologio a pendolo da terra, mentre sul pavimento se ne sta una grossa chiazza di acqua a macchiare il legno vicino ad una delle pareti interne. Nella sala da pranzo sono rimaste solo quattro sedie accumulate in un angolo, mentre nella cucina un tavolo al centro e il grosso camino con all’interno un calderone corroso dai Chizpurfle.

Il secondo piano è composto da un lungo corridoio orizzontale su cui si affacciano due porte a destra ed una in fondo. La prima porta dà ad una stanza apparentemente vuota se non per la presenza di un camino e di un armadio mentre la seconda dà alla stanza padronale: una grossa stanza orizzontale con la porta a doppia anta e dal soffitto molto alto e spiovente e con finestre ad ogni lato, rattoppate alla bell’e meglio con delle assi di legno. Al centro della stanza e davanti all’ingresso c’è uno scoperchiato fortepiano, al centro della parete di destra un camino con sopra uno specchio rovinato mentre a sinistra, superato quello che doveva essere un grosso arco per separare le due zone, un baldacchino con a fianco a destra un comò munito di specchio. L’ultima porta invece, che chiude il corridoio, apre su un vecchio bagno che si sviluppa verso sinistra, dove la vasca è ricolma di acqua putrida, la latrina è nera e il lavandino staccato dal pavimento, dietro il quale si intravede la stanza padronale dalla parete danneggiata che le due stanze hanno in comune.

Falsamente considerata “la casa più infestata di tutta la Gran Bretagna”, è dal 2064 un'attrazione pubblica, visitabile tutti i sabati e le domeniche grazie a delle visite guidate effettuate dai volontari. Il biglietto d’ingresso costa 7 falci.


J. Pippin's Potions

Si tratta di una catena di speziali fondata nel 1753 e con filiale anche a Diagon Alley, ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato settentrionale, vicino a Scrivenshaft e di fronte all’Ufficio Postale. Sopra la porta d’accesso celeste pende un’insegna a bandiera ovale con su scritto “pozioni per tutti i disturbi”, il nome del locale è invece presente in arancione sul frontalino della vetrina, sempre celeste, che si trova al secondo piano; come le due strette e alte vetrine che affiancano l’ingresso, dietro al vetro sono esposte una moltitudine di boccette accuratamente ordinate. All’interno l’ambiente è luminoso e profumato, un piccolo labirinto di scaffali celesti a parete e non sui quali sono esposte le costose pozioni ed infusi, come sono presenti anche alcuni espositori semisferici per le particolari promozioni che il negozio offre, all’interno dei quali sono stipati gli articoli a sconto immersi in bolle di sapone o vapori colorati che emanano luce propria. Il piano superiore è raggiungibile attraverso una scala a chiocciola in ferro battuto bianco situata al centro del ristretto spazio al piano terra ed è costituito da una piccola stanza che tiene in esposizione per lo più filtri d’amore. Il bancone è posizionato in una piccola rientranza del muro alla sinistra dell’ingresso, mentre una porta arancione in fondo al locale delimita l’accesso al magazzino.
Il catalogo di J.Pippin’s è famoso per avere prezzi alti su tutti gli articoli, anche quelli più facilmente reperibili altrove, seppur l’alta qualità sopperisca questa caratteristica. Non dispone di pozioni rare e particolari o, almeno, queste vanno richieste su ordinazione.


Il proprietario è Pine Pippin (png): un anziano mago ricurvo su se stesso, dai lunghi capelli bianchi e dalla interminabile barba. Molto alto di statura in gioventù, tutt'ora mantiene a discapito della postura l'imponenza nella figura mentre lento ma abile sposta le ampolle e le cataloga. Gentile e di spirito quando ha un interlocutore, silenzioso e dallo sguardo giudicante quando sosta sull'ingresso del negozio ad osservare i passanti: ha seri problemi di vista seppur si rifiuti categoricamente di indossare degli occhiali. Veste sempre una tunica da mago fino ai piedi, tranne in estate che si concede mostrando la caviglia, e un cappello a punta senza tesa sempre abbinato.


Mouse House

Si tratta di un negozio che vende topi enfatici ubicato lungo la traversa della via principale, sul suo lato settentrionale, all’altezza di Scrivenshaft e poco distante a Madama Piediburro. Sopra la porta d’accesso blu scuro pende l’insegna in ferro battuto rappresentate un topolino che suona un violino, appeso per la coda. Il nome del negozio è presente anche sull’architrave della piccola vetrina che affianca l’ingresso, dove si trovano diverse tipologie di gabbiette, strumenti ed accessori per queste piccole creature magiche. All’interno l’ambiente si presenta piccolo e modesto, con mensole di legno chiaro alle pareti che ospitano le lucide gabbiette dei topolini, alcuni dei quali si esibiscono di tanto in tanto in performance variabili. Alla destra dell’ingresso c’è subito il bancone, mentre al centro della stanza ci sono vari stand per la vendita di mangime, strumenti, vestiti ed accessori in miniatura per i piccoli animali da compagnia.


Il proprietario è Johannes Borsdurg (png): un anziano mago di origini tedesche, robusto e alto, con i baffi e capelli bianchi un po’ giallognoli. Dietro le grosse lenti degli occhiali triangolari gli occhi sono azzurri e i lineamenti squadrati e marcati, mentre la voce dal timbro basso rivela un accento molto duro e riconoscibile. Il modo di fare è riservato ma disponibile, preferendo rimanere nella propria bottega ad addestrare i topolini rispetto alla compagnia degli altri abitanti del sobborgo magico.


Locanda di Madama Piediburro

Si tratta di un’accogliente sala da tè ubicata in fondo ad una traversa della via principale, all’altezza di Scrivenshaft. Sopra la porta d’ingresso, da una staffa scura pende l’insegna composta da sagome in ferro battuto di tre tazze ed una teiera. Il nome del locale è invece presente sul frontalino dal fondo azzurro che separa il doppio ordine di vetrate rosa, solitamente appannate per via del calore presente all’interno, dove sono esposte una moltitudine di pile di tazzine da tè. All’interno, il locale si presenta contenuto e molto caldo, dove tutto è adornato da fiocchi e lavori all’uncinetto, compresi i tavoli che, piccoli e tondi, sono coperti da tovaglie bianche ricamate. Il bancone si trova in fondo al locale, privo di sgabelli, dietro il quale si trova sia uno strano ed ampio forno diviso in più zone di cottura, sia una scaffalatura di fornelletti, sui quali bollono tè, caffè e altri infusi.
Il locale è rinomato per esser frequentato soprattutto da coppiette.


La proprietaria è Amelia Puddifoot (png): pronipote della vecchia Puddifoot, è tonda, piccola e rosea, con capelli castani raccolti in una perfetta crocchia rotonda sulla testa e dolci occhi color miele. Indossa sempre un grembiule bianco tutto merletti ed ha un carattere premuroso ed affettuoso, anche con i suoi clienti.


Scrivenshaft

Si tratta di un vecchio negozio di piume, pergamene e articoli di cartoleria magica ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato settentrionale, accanto a Mielandia e di fronte all’Ufficio Postale. Dall’angolo con la traversa che porta da Madama Piediburro, pende la stretta e lunga insegna in ferro battuto da cui ciondolano due piume incrociate. Il nome del negozio è presente anche sull’architrave delle modeste finestre incassate che affiancano la piccola porta d’ingresso in legno e dove sono esposte le offerte del momento e le piume più pregiate, come quelle di fagiano e di pavone. All’interno l’ambiente avrebbe bisogno di una ristrutturazione poiché risente dell’usura del tempo, ma risulta comunque accogliente e discretamente illuminato nei suoi classici colori lignei del mobilio o quelli leggermente sbiaditi delle pareti. Superato l’uscio, sulla sinistra c'è il lungo bancone in legno, dietro il quale ci sono ripiani con inchiostri di ogni colore e pergamene di qualità economica o deluxe, acquistabili in blocchi di fogli o in rotoli a metraggio. Il registratore di cassa incantato è fonte di disturbo continuo per i clienti che vi si trovano a passare davanti, rianimandosi ogni volta con gran rumore di ingranaggi e trilli meccanici. Sulla parete centrale ci sono altre piume di ogni tipo, dalle più economiche d’oca alle più eccentriche piume di Jobberknoll, ordinatamente disposte su scaffali in legno, mentre sulla parete di destra altre scaffalature a muro a più ripiani ed espositori da terra posizionati qui e là per il locale espongono altri articoli di cartoleria magica più moderni, come PostMagic, Diari Dold, WhatsOwl, Magic Notes, Perganimate e Parlettere, ma anche una piccola selezione di materiali per il disegno e la pittura. Un piccolo tavolo è posizionato in un angolo del negozio e spesso viene incantato per ospitare comodamente un maggior numero di clienti quando vengono organizzati laboratori creativi ed eventi in negozio. Sono proprio occasioni del genere ad aver reso più florida l’attività recente del locale, anche se resta fin troppo tranquillo durante la settimana lavorativa e con picchi di affluenza soprattutto durante i fine settimana dedicati alla gita al villaggio per gli studenti di Hogwarts.


La proprietaria è Bridget Scrivenshaft (png): figlia dell’originario fondatore e gestrice del negozio dal 2015, è una donna anziana, bassa e tarchiata, con capelli grigi sempre tirati all’indietro e acconciati in una crocchia sulla nuca, che indossa spesso tradizionali abiti da strega nei toni del viola e un cappello a punta in tinta sempre sul capo. Accoglie i clienti con la sua espressione sempre arcigna e contrariata sul volto, replicando a monosillabi ad eventuali domande o richieste, limitandosi, il più delle volte, a restare dietro il bancone e al suo registratore di cassa incantato, tra il sonno e la veglia. Con chi ha più confidenza, invece, non manca mai di lamentarsi – degli studenti di Hogwarts, del tempo, degli affari – e di raccontare dei tempi d’oro di Scrivenshaft.


Mielandia

Si tratta di un famoso negozio di dolci e caramelle di ogni genere ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato settentrionale, accanto a Scrivenshaft e di fronte all’Ufficio Postale. Sopra la porta d’accesso verde persiano pende l’insegna di legno riportante il nome del negozio, presente anche sul frontalino ligneo a sfondo rosa che sosta sopra le due vetrate semicircolari e sporgenti che costeggiano ai lati l’ingresso. All’interno l’ambiente è vivace e luminoso, capace di attirare subito l’attenzione dei clienti grazie ai suoi sgargianti colori, in particolare il rosa ed il verde, presenti sia sulle pareti che sul mobilio ligneo. Il negozio è pieno di barattoli, dispensers, cesti ed espositori di varia forma per caramelle, lecca lecca e dolciumi di ogni tipologia e gusto, tutti stipati dentro e sopra scaffalature a parete, alte fino al soffitto, vetrine a doppie ante, mobili più bassi a formare file parallele sulla sinistra della stanza e persino sul bancone con la cassa che si trova in fondo a destra del negozio, vicino alla porta che permette di accedere al magazzino sul retro. Vi sono anche macchine per lo zucchero filato, pile ordinate di cioccolatini di varia forma e consistenza, barili ricolmi di gelatine dagli effetti speciali, vassoi strabordanti di caramelle dai sapori insoliti e tazze strabordanti di caramelle. Quest’ultime, in particolare, sono impilate sui gradini della scala a chiocciola rosa che si trova nell’angolo sinistro della stanza e che porta direttamente al laboratorio del secondo piano.


Il proprietario è Bryan McHoney (png): un uomo apparentemente molto anziano, dalla barba e dai capelli bianchi, che si porta sempre addosso un profumo dolce e zuccherato. Dal carattere pacato e gentile, è un po’ lento nel servire ma sempre in fermento e pronto ad accogliere i clienti che entrano nel suo negozio. Parla a voce molto bassa e presenta qualche piccolo problema di udito.

Il dipendente è Vincent Stars (expg): un uomo giovane dai capelli biondi, occhi chiari ed il sorriso contagioso di chi si presta a chiacchierate sugli argomenti più disparati. Caratterialmente è un grifondoro dalla grande disponibilità ed affabilità. Creativo ma pignolo, è fissato con le pozioni e con i dolci, tanto più che ha inventato gli starsini e scritto per anni per La Voce degli Studenti.

Emporio degli scherzi di Zonko

Si tratta di un famoso negozio di scherzi per maghi, ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato settentrionale, accanto a Stratchy & Sons e di fronte a Grindylocks. Sopra la piccola porta d’accesso rossa pende l’insegna di legno, rappresentante una persona dalla bocca aperta, all’interno della quale è riportata la scritta “Tricks and Jokes”. Il nome del negozio, invece, è presente sul frontalino ligneo che sosta sopra l’unica e grande vetrina alla destra dell’ingresso, dove sono esposti svariati tipi di scherzi. All’interno l’ambiente è vivace e luminoso, capace di attirare subito l’attenzione dei clienti grazie ai suoi sgargianti colori, tra cui il rosso che va per la maggiore, presente sia sulle pareti che sul mobilio ligneo. Il negozio è pieno di oggetti, strumenti e giocattoli di vario tipo, tutti stipati in ampie scaffalature a parete, alte fino al soffitto, o su espositori più bassi al centro della stanza. Il bancone con la cassa si trova in fondo al negozio, vicino alla porta che dà sul retro.


Il proprietario è Charlie Henry Zonko (png): un alto e giovane ragazzo, pronipote del vecchio Zonko, dall’aspetto robusto e spalle larghe, dai piccoli occhi scuri e nerissimi capelli corti. Ha un carattere loquace e un fare cameratesco. La voce è sempre piuttosto alta, così come la sua risata baritonale.


Stratchy & Sons, Abbigliamento per maghi

Si tratta di un famoso negozio di abbigliamento, con filiali anche a Londra e a Parigi, ubicato verso il centro della via principale, sul suo lato settentrionale, accanto a Zonko’s. Da una delle finestre del piano superiore pende l’insegna in ferro battuto con un cappello da strega verde su campo giallo con stelle, il nome del locale e delle città dove è presente tale negozio. Il nome si trova anche sul frontalino che corre sopra la porta d’ingresso viola prugna e sopra le vetrine che la fiancheggiano. Esse mettono in mostra i vestiti più alla moda o gli ultimi arrivi, indossati dai manichini di un mago e di una strega di bell’aspetto che motteggiano verso i passanti, con occhiolini o sguardi melliflui, per invogliarli ad entrare. All’interno l’ambiente è colorato, ampio ed accogliente, con numerosi stand per gli abiti da appendere, scaffalature per quelli ripiegati in pile multicolore, piattaforme rialzate per scarpe e cappelli, cassetti in vista per calzini e guanti. Il bancone si trova vicino all’entrata mentre i camerini sono in fondo al locale, decorati con tende prugna.


Il proprietario è Timothy Stratchy (png): un uomo di mezz’età, dall’alta e curata figura, con gambe magre e capelli castani lunghi alle spalle, portati indietro con il gel, mentre sotto il naso arcuato ci sono dei baffetti fini. Lo si vede sempre con abiti da uomo su misura in toni scuri, con spille particolari abbinate ai bizzarri calzini e le scarpe affusolate; il cappello da mago è rilegato esclusivamente alle occasioni speciali, mentre il lungo mantello nero e la grossa sciarpa rosa fin sotto il naso sono per le più basse temperature. Dal carattere disponibile e pronto a servire ed aiutare i clienti, fuori dal negozio è a tratti snob.


L'Horklump

Si tratta di un accogliente caffè culturale ubicato in fondo alla seconda traversa della via principale, sul suo lato settentrionale: il menù offre bevande quali caffè, tè, tisane e infusi speciali, ma anche birre e superalcolici, oltre che alcuni piatti tipici della cultura scozzese e specialità dolci come muffin e biscotti. Fuori dal locale, l’insegna cigolante rappresenta un horklump rosa con qualche ciuffo nero. Essa è posta sopra la porta vinaccia d’ingresso, alla cui sinistra si trova un’ampia vetrina: nonostante i vetri ben puliti, una buona parte è tappezzata di locandine di eventi ed avvisi di qualsiasi tipo, dalla vendita della collezione di tazze da tè a comunicazioni ufficiali ministeriali. L’interno è ampio e vivace, realizzato quasi interamente in legno, con un antico candelabro appeso al centro del soffitto basso e numerosi tavolini dalle diverse dimensioni sparsi per la stanza. Tavolini e poltrone per singoli o coppie caratterizzano un’area più appartata sul lato sinistro, mentre sul lato opposto si possono trovare anche tavolate per gruppi più numerosi. Le pareti sono spesso ornate da dipinti, fotografie o rassegne in esposizione: quella di fondo è occupata dal bancone senza sgabelli mentre quella di destra da un piccolo palco che accoglie aspiranti artisti ed intellettuali di ogni genere.


Il proprietario è Marcus Melville (png): un uomo giovane con occhiali dalla montatura spessa, capelli castani sempre coperti da un berretto a punta grigio ed il fisico di un asticello. Ha un carattere quieto ma appassionato: con una parlantina eccezionale ed una mente brillante, mostra una cultura particolarmente vasta. Indossa sempre un grembiule da lavoro in vita e non manca mai di dare una mano in sala o dietro al bancone, tranne quando si trova a recitare qualche pezzo teatrale sul palco nei giorni meno frequentati.


Erboristeria Green Earth

Si tratta di un'erboristeria situata in una traversa della via principale, all’altezza di Scratchy & Sons. Accanto alla piccola porta d’accesso verniciata di nero pende la maniglia del campanello, legata ad un filo che sparisce all’interno del negozio in prossimità del piano superiore dell’edificio. Il nome dell’erboristeria invece è presente sotto la dicitura “est. 2072”, in rilievo e in verde sull'insegna in legno che pende accanto all’unica vetrina del locale, anch’essa nera, alla sinistra dell’ingresso. All’interno l’ambiente è accogliente e rischiarato da un lampadario di fiammelle di fuoco freddo situato al centro dell’unica stanza quadrata che caratterizza il locale. Alla sinistra dell’ingresso una stretta scala a chiocciola in ferro battuto porta al piano superiore, questo non accessibile al pubblico in quanto corrisponde agli appartamenti privati del proprietario, mentre sul fondo della stanza, dietro al grosso bancone in legno scuro, una porta si apre verso un piccolo magazzino a sua volta collegato al cortile sul retro dell’edificio. In esposizione ci sono barattoli, ampolline, sacchetti di semi e mazzetti di foglie, tutti stipati nelle ampie scaffalature laterali a parete, alte fino al soffitto, in legno scuro. Passeggiando fra i cortiletti delle abitazioni di Hogsmeade è possibile scorgere anche il cortile del negozio, composto da una semplice area di 10 mq quasi interamente coperta da terriccio, così come anche da larghe fila di vasi appesi, su due livelli, sulla parete più lunga. Su ogni piantagione, che vede esemplari di Acetosa di Bosco, Frullobulbo, Semi di Fuoco, Arbusti Autofertilizzanti e Agrimonia, levitano alcune placche di metallo magicamente riscaldate, così che possano aiutare a creare il clima temperato a cui le piante sono abituate.
L’ erboristeria Green Earth è inoltre uno dei fornitori che si occupa delle scorte di Hogwarts.


Il proprietario è Bastian Wilkinson (pg).


M.A.E.S.T.A'

Si tratta di una sala d’intrattenimento ubicata sul finire della via principale, sul suo lato settentrionale, di fronte a Dervish & Banges. Sopra la porta d’ingresso pende l’insegna composta da una sfera in ferro battuto, intorno alla quale gira lentamente una piccola scopa. Il nome del locale, “M.A.E.S.T.A' - i Mondi dell'avventura”, acronimo di "Maghi Audaci E Streghe Talentuose Adventure’s, è invece presente sul frontalino ligneo che sosta sopra le piccole vetrate arancioni, dove sono affisse le brochure delle diverse avventure disponibili. Inaugurato nel 2071, è riservato a una clientela appassionata per lo più di Storia antica e avventure avvincenti. Il locale offre dei tour illusori legati perlopiù ai viaggi dei due proprietari e alla scoperta di luoghi nascosti. Il catalogo è vasto, ma offre la possibilità di richiedere su prenotazione una location diversa da quelle proposte, costruendo una trama personale in merito. Una volta scelta l'avventura si ha l'accesso ad un ascensore dalle cigolanti sbarre in ferro che, in base al piano scelto, catapulta i visitatori all'interno dell'illusione creata nei sotterranei del locale stesso.

Alcune opzioni del catalogo sono:

  • 1° piano A: Montaña de Siete Colores

"Sorvolammo in volo la Vinicunca con le nostre Squadbroom, alla ricerca di Atahualpa, uno sciamano della zona..."
Con vista mozzafiato, la stanza propone come esperienza la montagna delle Ande del Perù, caratterizzata dalla presenza di striature verticali parallele di 7 colori diversi. E' possibile camminare sopra il terreno della montagna per soli 10 metri, seppur la vista illusoria proponga uno spazio molto più ampio.

  • 1° piano B: Le rovine di Tikal

"Dovevamo aspettarcelo che non sarebbe stato facile poter vedere con i nostri occhi l'antico amuleto maya, ma non credevamo che ci fosse un tranello del diavolo ad attenderci dopo il primo scalino..."
Sotto una notte illuminata dalla luna, è possibile solo circunnavigare il Tempio del Giaguaro, così da poterlo osservare nella sua interezza, senza aver possibilità di addentrarsi nell'antica città maya, né allontanarsi verso la foresta.

  • 2° piano A: Un villaggio di Mennoniti

"Per un attimo avemmo paura che saremmo stati mangiati nella notte, e invece no..."
Appena entrati ci si ritrova immersi nel verde, con un campo di mais a sinistra e sulla destra un grosso prato. Totalmente in pianura e in una bella giornata di sole, in lontananza è possibile vedere delle case in legno e dei fienili, con delle persone in abiti semplici e modesti, nei colori del nero e dell'azzurro e con spesso cappelli a punta a tesa larga in paglia o lana cotta, che si muovono senza meta. E non raggiungibili per i visitatori, che potranno muoversi entro i 15 metri.

  • 2° piano B: Nido dell'Opaleye

"Grazie al passaggio di particolari Thestral raggiungemmo lui, il Nido dell'Opaleye, sospesi nel vuoto..."
Una stanza pressocché circolare, con il pavimento in marmo ma dalle pareti sconnesse e rocciose, priva di arredamento se non per due panche in legno al centro. E' possibile guardare al di fuori delle finestre per osservare da una parte il canale della Manica e dalla parte opposta l`entroterra fluviale e pianeggiante del Dorset.

  • 2° piano C: Palude del pianto

"Rusalki, maledette rusalki! Se solo quella starúška non ci avesse portato in salvo..."
Una semplice palude cupa, nella quale si può camminare per diversi metri in lungo e largo in piena libertà e tranquillità, essendo priva dei famosi spiriti russi (reali e illusori). E' però possibile entrare nell'acqua stagnante, che non raggiungerà nemmeno il ginocchio ma che lascerà i vestiti bagnati anche tornati fuori.

  • 3° piano: Zona su richiesta


I proprietari sono Jeremy Rifflon (png) e George Flydragon (png): due intrepidi uomini di mezz’età, dal carattere aperto e gioviale, sempre pronti a raccontare episodi strani della loro vita. In genere vestono di colori sgargianti, per lo più rosso per l’uno e blu per l’altro. Jeremy ha lunghi baffi rossicci, fumacchia sempre una vecchia pipa lunga e ha una dura parlata scozzese. Gli manca un pezzo di naso, perso in una delle sue avventure che lui si premura di cambiare in base all’interlocutore. George ha una lunga barba scura, intrecciata con perline e vecchie reliquie aggiunte nei suoi viaggi, e una lunga cicatrice sulla guancia destra che gli spezza in due il sopracciglio.


Gli ingredienti di Atus

Si tratta di un negozio di pozioni ubicato nella periferia del sobborgo magico, sul lato settentrionale. Da una delle finestre del piano superiore pende malamente l’insegna con su scritto il nome del locale, sbiadito e con la vernice rossa sgretolata. Dall’esterno risulta come una semplice e piccola casa in legno a due piani, stretta e alta e con il tetto spiovente come il resto del villaggio, non così dissimile dalla Stamberga Strillante seppur non sia in malora come quest’ultima e molto meno imponente. L’interno è scuro e maleodorante a causa dei prodotti officinali esposti, con il pavimento in legno appiccicoso e le pareti ricoperte da scaffalature piene zeppe di paccottiglia. In fondo alla piccola stanza c’è il lungo bancone, mentre alla destra c’è una strettissima scala che finisce con una porta chiusa, l’ingresso dell’abitazione del proprietario. In esposizione tiene boccette impolverate e barattoli di ingredienti per pozioni di qualsiasi dimensione ma di scarsissima qualità, è infatti opportuno controllare sempre sull’etichetta -se presente- la data di produzione. L'esercizio commerciale si vocifera abbia una doppia vita: mentre sul fronte sono esposti i prodotti legali e consentiti, con la corretta parola d’ordine il proprietario è pronto ad offrire al cliente tutto ciò che desidera. Le Forze dell’Ordine del Ministero della Magia stanno cercando di cogliere in flagrante il signor Atus da parecchio tempo, ma non riescono a trovare mai niente per incastrarlo e neppure a trovare dei testimoni contro di lui.


Il proprietario è Joseph Martin Atus (png): un uomo allampanato, dai lunghi capelli unti e grigi. Il volto è coperto da una barbetta incolta ed è nascosto da un grosso naso aquilino. E’ rude, silenzioso e circospetto, difficile entrare nelle sue grazie. Veste sempre un lungo mantello da mago grigio.


Spintwitches Sporting Needs

Si tratta di uno storico negozio di scope e attrezzatura sportiva ubicato proprio in fondo alla via principale, poco distante dalle altre attività e costeggiato da abitazioni. Sopra la porta d’accesso rossa e macchiata dal tempo pende l’insegna a bandiera composta da due bolidi e un boccino d’oro in ferro battuto dipinto. Il nome del locale è invece presente sull’architrave tinto di marrone chiaro dell’unica vetrina presente, sempre rosso usurato. Posta alla destra dell’entrata, presenta in esposizione molte mazze da battitore, sia nuove che usate con prezzi super scontati in bella vista, imbottiture di protezione e un set con tutti gli accessori per il Quidditch. Sopra la porta, l’edificio si stringe e si erge per diversi piani, andando a definire la stretta facciata dell’abitazione a tre piani del proprietario, facendola quasi sembrare una piccola torre. Alla sinistra dell’edificio, condiviso con un’altra abitazione, c’è al di là di un arco un breve cunicolo che porta ad una delle uscite verso il bosco del paese. All’interno l’ambiente è molto piccolo e stretto, illuminato da lanterne appese al soffitto non sufficienti a schiarire l’intero spazio. Il bancone in legno si trova alla destra dell’ingresso, con la parete alle sue spalle ricolma di scope appese. La parete opposta ospita scaffalature e mensole con un vario assortimento di strumenti per le attività agonistiche e ludiche più disparate, accessori sportivi e kit per la cura delle scope, mentre in fondo alla stanza c’è la piccola porta dell’affollato magazzino. Il catalogo verge per lo più su manici da viaggio e da tutti i giorni, usati e non, con poca varietà nelle scope veloci, prevalentemente di seconda mano. Fornisce agli abitanti di Hogsmeade anche un servizio di ricalibrazione dell’incanto frenante e di disillusione.


Il proprietario è Dewitt Buckling (png): un ometto paffutello e basso con la barba sfibrata e bianca lunga fino al petto e a punta, a differenza dei capelli corti e con la pelata centrale che nasconde sempre sotto un cappello senza tesa. Dal carattere burbero ma giocherellone, può farti uno sgambetto con il bastone guardandoti storto e fumandosi accigliato la sua amata pipa. Lo si vede spesso fare visita negli altri negozi del paese oppure svolazzare a bassa quota sopra i tetti di Hogsmeade, sulla sua particolare scopa affossata al centro, dove sta comodamente seduto.