Differenze tra le versioni di "Pozioni (teoria)"

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(Creare un'Antidoto con le Tre leggi di Golpalott)
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L'Antidoto per un veleno complesso è maggiore della somma degli antidoti per ciascuno dei singoli componenti.  
 
L'Antidoto per un veleno complesso è maggiore della somma degli antidoti per ciascuno dei singoli componenti.  
  
=== Creare un'Antidoto con le Tre leggi di Golpalott ===
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=== Creare un Antidoto con le Tre leggi di Golpalott ===
  
 
La fase introduttiva prevede il castaggio di uno Specialis Revelio così da capire la natura del Veleno e da cosa è composto per poi stilare una lista in ordine crescente degli Antidoti necessari e dosati seguendo la formula:
 
La fase introduttiva prevede il castaggio di uno Specialis Revelio così da capire la natura del Veleno e da cosa è composto per poi stilare una lista in ordine crescente degli Antidoti necessari e dosati seguendo la formula:

Versione delle 02:55, 27 mar 2017

Pozioncine.png Classificazione della S.S.d.P: Veleni · Antidoti · Guaritrici · per l'aspetto · per modificare uno stato
Pagine correlate: Elenco delle Pozioni · Ingredienti delle pozioni
La materia: Programma · Teoria · Incantesimi · Regole · Nuove invenzioni
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Definizione della materia e applicazione nella Magia

Pozione: dal latino POTIONEM (da POT-US participio passato di POTARE=bere), da cui anche il francese POISON veleno.
Le Pozioni sono il prodotto della combinazione di fattori (quali ingredienti trattati e procedimenti) in una scienza esatta priva di bacchetta. Essa costituisce una branca passiva a volte messa in secondo piano di fronte a quelle che pretendono l'uso di una bacchetta. Difatti, a parte per piccole procedure quali l'accensione e la diminuzione del fuoco e l'evocazione di acqua, nelle Pozioni si usano altri strumenti: calderoni, mestoli, ampolle, coltelli, bilance... essenziali per la lavorazione degli ingredienti.

Le fasi della preparazione di una Pozione (nota anche come composto) sono tre:

  • il trattamento degli ingredienti (essi vengono tagliati, sminuzzati, ripuliti da eventuale sporcizia, lavati, stufati...);
  • l’introduzione in un ordine preciso di questi ultimi in un calderone già preparato per quanto riguarda la temperatura;
  • il risultato finale, dal quale si può intuire la riuscita ottimale o no dell’intero lavoro.

Metodi d'azione delle pozioni

Una Pozione può agire in cinque diverse maniere:

  • per ingestione della stessa;
  • per inalazione dei fumi prodotti;
  • per ascolto di suoni prodotti dall'intruglio;
  • per contatto, versandola o spalmandola sulla cute;
  • per osservazione.

Le Categorie delle Pozioni

Ancora oggi si utilizza la catalogazione ideata da Hector Stuff, ma le pozioni non sono sempre state catalogate in questa maniera. Il primo ad inventare una catalogazione fu il Mago Baruffio che suddivise le pozioni in semplici e difficili. Successivamente Wilem McNamara introdusse la distinzione tra pozioni buone e cattive.
Queste differenziazioni erano alquanto rudimentali e non potevano cogliere le molteplici sfumature esistenti in questa branca della magia. Fu solo con la costituzione della Strastraordinaria Società dei Pozionanti che si iniziò a discutere sul trovare una catalogazione ufficiale e completa.
In un primo momento venne ripresa la teoria del Mago Baruffio e fu proposta la divisione pozioni minori e pozioni avanzate. Fu solo con la Riforma che Hector Stuff riuscì a convincere tutti con la sua proposta di suddividere la classificazione in cinque categorie.

Basandoci sulla catalogazione progettata da Hector Stuff in seguito alla Riforma della Strastraordinaria Società dei Pozionanti possiamo quindi classificare le Pozioni secondo gli ambiti in cui esse vengono utilizzate: abbiamo così i Veleni, e di conseguenza gli Antidoti, le Pozioni Guaritrici o Curative, Le Pozioni per l’Aspetto e quelle per Modificare uno Stato.

Ognuna di queste ha una fase precisa in cui è nata e si è sviluppata. Le Pozioni Guaritive sono le prime, risalenti all’Antico Egizio. I Veleni e gli Antidoti si sono sviluppati poco dopo, scambievolmente, poiché se non c’è il Veleno non esiste la Pozione. Le Pozioni per l’Aspetto sono frutto delle mode, perlopiù. Perciò, potete dedurre, sono molto più recenti. Tutte le altre, non essendo classificate per bene, non hanno un periodo specificato. Alcune Pozioni seguono delle lunghe fasi per raggiungere lo stato finale. E anche degli ingredienti devono essere presi o subire trattamenti sotto certi influssi o situazioni, per raggiungere un loro stato ottimale.

  • I Veleni sono interdetti dalla comunità magica perché causano la morte di una persona o nel migliore dei casi il coma, ma alcuni veleni minori sono usati per uccidere gli insetti che infestano le case, ne è un esempio il Doxicida usato contro i Doxies. Il Veleno di Acromantula è molto raro e può raggiungere anche il valore di 100 galeoni a pinta.
  • Gli Antidoti rappresentano quelle Pozioni usate per neutralizzare gli effetti di un Veleno, ma solo un esperto può prepararne perché è sufficiente un minimo errore per ottenere l’effetto contrario a quello desiderato, mettendo così ulteriormente in pericolo il soggetto avvelenato. La pietra Bezoar può essere un’ottima alternativa alla Pozione-Antidoto, poiché guarisce la maggior parte dei Veleni ed è consigliabile per i principianti, nonostante sia decisamente raro averne una a disposizione nel momento del bisogno.
  • Le Pozioni Guaritrici si distinguono dagli Antidoti perché hanno la funzione di guarire le malattie, e non possono essere utilizzate per combattere il diffondersi di un Veleno nell’organismo. Un esempio di Pozione Guaritrice è la Potus Purgas, il cui utilizzo ufficiale è quello di guarire la febbre e il raffreddore.
  • Le Pozioni per l’Aspetto sono utilizzate per modificare l’ immagine di una persona, ed esse comprendono le Pozioni per i capelli, per i brufoli, per la pelle e così via. La Pozione Polisucco, che richiede una complicata preparazione ed ingredienti piuttosto rari, ne è l’estremo esempio di riferimento.
  • Le Pozioni per Modificare uno Stato possono comprendere tutte le categorie spiegate fin’ora, ma allo stesso tempo includono le Pozioni utili ad altri scopi che non siano quelli succitati. Esse consistono quindi in una categoria a sé stante.

Storia del Calderone Magico

Il Calderone è un antico simbolo celtico che rappresentava il grembo della Dea, da dove tutto nasce. Detto anche paiolo dovrebbe essere in ghisa ed avere la bocca dello stesso diametro della base, ed essere panciuto. Le dimensioni sono variabili, ma in genere è abbastanza grande per ospitare un piccolo fuoco.
Il Calderone Magico è il ventre della Dea, la porta della vita, il luogo dello spirito divino e dell’ispirazione. Sei erbe magiche vi devono sobbollire per un anno e un giorno: un tempo simbolico che rappresenta la preparazione, lo studio, la pratica che precedono la realizzazione della Magia. Alla fine di quel periodo il Calderone Magico produce le Tre Gocce Benedette di Saggezza.
Le tre gambe su cui poggia, corrispondono a: le tre fasi lunari; e i tre numeri magici. Inoltre, il calderone è simbolo di trasformazione (in senso fisico e spirituale), di illuminazione, saggezza, rinascita. Anche se di solito il calderone è associato a figure femminili, sono da ricordare anche figure maschili che lo utilizzavano: ad esempio il dio nordico Odino, il dio hindu Indra, e il celtico Cernunno.
In questo simbolo antico di rinnovamento, rinascita spirituale, trasformazione e abbondanza inesauribile, sono presenti i quattro elementi della vita: l’acqua che lo colma, il fuoco che lo fa ribollire, le erbe al suo interno che provengono dalla Madre Terra e, nell’aria, il vapore e il profumo.
C'è però da dire che il calderone, a differenza della bacchetta o del pentacolo, non è stato creato appositamente per la magia, ma è un oggetto che è sempre esistito per altri scopi. Innanzitutto per cucinare, funzione che ha assunto dai tempi più remoti. Ai tempi delle levatrici medievali, esso veniva probabilmente usato per riscaldare l'acqua in preparazione del parto o per aromatizzare con erbe quella usata per lavare i defunti. Successivamente studi alchemici hanno dimostrato la valenza e la predisposizione magica di questo oggetto che, dopo esser stato sottoposto al trattamento di cui sopra, si presta in maniera ottimale alla preparazione di pozioni magiche. Un utilizzo meno conosciuto ma non meno importante è quello per i riti divinatori. In quest'ultimo caso si scruta l'acqua ferma, il vapore, o si fa colare cera nell'acqua per valutare le forme che acquista a contatto con il liquido.

Le pozioni e la luna

Durante la Fase di Luna Nuova e Luna Piena non è consigliato iniziare una Pozione Guaritrice. Nella storia si racconta infatti che l'influenza lunare in questo periodo è la più catastrofica per quanto riguarda la salute dell'uomo e di conseguenza di tutti quei rimedi che la alimentano. Al contrario, è propizio il periodo per preparare dei Veleni. Molte imprese di disinfestazione, se ci fate caso, agiscono proprio durante le fasi di luna nuova per eliminare parassiti da abitazioni e via dicendo (uso del Doxycida). Nella Fase di Luna Crescente è molto buono invece iniziare qualsiasi tipo di Pozione poiché la Luna influisce positivamente su tutti gli ingredienti. In particolare ci aiuta nelle Pozioni che influiscono sulla mente dell'uomo o sulle Pozioni Guaritrici. Dovete sapere anche che in questo periodo gli Erbologi piantano tantissima nuove erbe e soprattutto prediligono raccogliere i frutti del loro studio perchè la pianta, di solito, è più rigogliosa che mai. Nella Fase di Lunca Calante è propizia la preparazione di Antidoti per debellare appunto i Veleni. Buona è anche per la preparazione di quelle Pozioni che necessitano di un riposo tra le varie fasi di preparazione come può essere la Pozione Polisucco, che ha bisogno dell'Erba Fondente raccolta durante la luna piena e quindi la parte della preparazione, lo stufare delle Mosche Crisopa in poche parole, avviene proprio in questa fase.
Più che una vera e propria verità della Pozionistica la seguente è una leggenda: si pensa che il lunedì sia il giorno della Luna dove la preparazione di una Pozione è sempre possibile con risultati eccellenti. Questo però è più un riscontro Divinatorio e quindi i Pozionisti seguono sempre più la parte elencata precedentemente sulle fasi lunari.

I Veleni

Per veleno si intende una sostanza che, assunta da un organismo vivente, ha effetti dannosi temporanei o permanenti, fino a letali, attraverso un meccanismo chimico.
Il concetto di veleno non può essere separato dal concetto di dose. In natura, infatti, praticamente tutte le sostanze possono provocare un danno su un organismo vivente, quello che permette di identificare una sostanza come tossica è la dose a cui provoca effetti dannosi. Così come per gli ingredienti delle pozioni. Le pozioni, prese a determinate dosi hanno effetti curativi, ad altre dosi sono tossiche.

Ci sono due tipi di veleno: quelli Alchemici (vegetali) e quelli Magici.

  • Veleni Alchemici: sono costruiti a partire da ingredienti naturali come erbe o piante.
  • Veleni Magici: sono prodotti attraverso processi Magici.

I Veleni, di qualunque tipo, ricadono entro 4 gruppi principali: Veleni da Circolo, Veleni a Contatto, Veleni per Ingestione, Gas Tossici.

  • Veleni da Circolo: sono efficaci solo se entrano nella circolazione sanguigna della vittima attraverso una ferita aperta. Ci sono due modi per usare i Veleni da Circolo:
    1. distribuendo il Veleno su una lama e colpendo la vittima.
    2. Introducendo il veleno direttamente in una ferita.
  • Veleni a Contatto: questi veleni hanno effetto solamente se entrano in contatto con la pelle della vittima. Ci sono due modi per usare i Veleni a Contatto:
    1. ponendo il Veleno su un oggetto. Fino a un certo numero di persone possono venire affetti in questo modo, toccando l’oggetto;
    2. ponendo direttamente il veleno sulla pelle della vittima.
  • Veleni per Ingestione: hanno effetto solo se ingeriti dalla vittima. Si possono usare in due modi:
    1. mischiando il Veleno con cibo o bevande. Coloro che mangiano o bevono perlomeno un terzo del cibo o della bevanda avvelenata vengono colpiti dal Veleno;
    2. ponendo direttamente il Veleno nella gola della vittima.
  • Gas Tossici: hanno effetto solo se inalati dalla vittima. Sono normalmente sotto la forma di bastoncini d'incenso o di candele. Quando bruciato, l'incenso o la candela produce un vapore velenoso. Fino a quando il vapore viene prodotto, tutti coloro che inalano il gas sono affetti. Una volta che l'incenso o la candela si spengono, il vapore si dissipa rapidamente.

E' importante sapere che non tutte le pozioni sono innocue, che non esistono pozioni buone o cattive, dipende dall'uso che se ne fa. E' dunque necessaria una corretta informazione per evitare spiacevoli inconvenienti per la nostra salute; a fronte delle pozioni pericolose ve ne sono moltissime di indubbia efficacia e innoquità. E' fondamentale, per la corretta preparazione di pozioni, stabilire il giusto dosaggio di ogni ingrediente, per ottenere la massima efficacia e per evitare fenomeni tossici.

I sintomi più comuni di avvelenamento sono:

  • Sonnolenza e, al limite, perdita di conoscenza;
  • Bruciatura delle labbra, se si è ingerito un veleno corrosivo;
  • Eventuale vomito;
  • Possibili convulsioni;
  • Morte.

Una sostanza in grado di contrastare l'azione di un veleno è chiamato antidoto

Antidoti

Un antidoto (dal greco Antìdoton, "dato contro") è una sostanza in grado di contrastare una forma di avvelenamento.

Un antidoto agisce essenzialmente sfruttando tre diversi principi: antidotismo fisico, antidotismo chimico ed antidotismo fisiologico.

L'antidotismo fisico consiste nell'assorbimento della sostanza tossica mediante l'utilizzo di carbone attivo o sostanze mucillaginose. Per sfruttare questo principio è necessario che il veleno non si sia già diffuso nel circolo sistemico ma sia ancora localizzato nello stomaco e nel primo tratto intestinale.

L'antidotismo chimico consiste nell'utilizzare sostanze chimiche che siano in grado di precipitare o neutralizzare la sostanza tossica rendendola innocua. Esempi di antidoti chimici sono le soluzioni orali di acido acetico per contrastare l'ingestione di alcali e l'iniezione di tiosolfato per l'avvelenamento da cianuro.

L'antidotismo fisiologico consiste invece nel somministrare sostanze che hanno proprietà farmacologiche tali da provocare effetti fisiologici che contrastano gli effetti provocati dal veleno. Ad esempio l'atropina è un agonista muscarinico che provoca effetti parasimpaticolitici: l'intossicazione provocata da questa sostanza può essere contrastata somministrando fisostigmina, un composto ad azione parasimpaticomimetica.

Le Tre leggi di Golpalott

Dallo studio sui Veleni e dai composti degli stessi vennero stilate tre leggi fondamentali per la creazione di un Antidoto specifico. Tali studi vennero attribuiti a Gustave Golpalott, noto Pozionante nato a Vienna nel 1698 che riuscì a scoprire le caratteristiche di molti Veleni. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1776 il nipote Hermes Golpalott li rese pubblici

Prima legge di Golpalott

Un veleno naturale (o semplice) estratto da un vegetale richiede un antidoto naturale estratto da un altro vegetale che appartenga alla stessa biosfera ovvero se la natura del Veleno ha origine da un vegetale terrestre è necessario un vegetale terrestre per poter produrre l'Antidoto, se invece il vegetale d'origine Venefica è acquatico lo stesso deve essere quello utilizzato nell'Antidoto

Seconda legge di Golpalott

Un veleno naturale (o semplice) estratto da un animale richiede un antidoto naturale estratto da un animale superiore al primo nella catena alimentare. Nel caso delle Creature Magiche è necessario utilizzare un Antidoto semplice estratto da una Creatura Magica con Classificazione almeno uguale o superiore a quella utilizzata per il Veleno

Terza legge di Golpalott

L'Antidoto per un veleno complesso è maggiore della somma degli antidoti per ciascuno dei singoli componenti.

Creare un Antidoto con le Tre leggi di Golpalott

La fase introduttiva prevede il castaggio di uno Specialis Revelio così da capire la natura del Veleno e da cosa è composto per poi stilare una lista in ordine crescente degli Antidoti necessari e dosati seguendo la formula:

[q.A1 = q.V1 + ½ (1/nA di A1)] + [q.A2 = q.V2 +½ (1/nA di A2)]...

Così da ottenere sempre 2/3 di Antidoto rispetto a 1/3 di Veleno. Prendiamo il caso di un veleno composto da 4 ingredienti, che siano essi di origine animale o vegetale, il calcolo risulterà:

[Quantità di Antidoto 1 = Quantità di Veleno 1 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 2 = Quantità di Veleno 2 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 3 = Quantità di Veleno 3 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 4 = Quantità di Veleno 4 + 1/2]

Un esempio pratico sulle quantità seguendo il principio sopra riportato, mettendo il caso che il Veleno abbia rispettivamente come ingredienti 40 g per il primo, 60 g per il secondo, 20 g per il terzo e 30 g per il quarto tra i componenti, può essere:

[60 g (Antidoto 1) = 40 g (Veleno 1) + 1/2 (Antidoto 1)] + [90 g (Antidoto 2) = 60 g (Veleno 2) + 1/2 (Antidoto 2)] + [30 g (Antidoto 3) = 20 g (Veleno 3) + 1/2 (Antidoto 3)] + [45 g (Antidoto 4) = 30 g (Veleno 4) + 1/2 (Antidoto 4)]

La difficoltà nella creazione di un Antidoto perfetto o anche solo adeguato può essere rappresentata, nella maggior parte dei casi, dal non sapere con precisione la quantità precisa di ogni singolo Veleno utilizzato. Per questo molto spesso i Pozionanti ricorrono a calcoli sulla valenza Aritmantica andando a compensare l'informazione mancante mantenendo i principi che prevedano di contrastare ogni singolo Veleno con un numero pari di Antidoti le cui dosi possono però essere variate rispetto a un lavoro prettamente accademico e studiato nelle aule