Pozioni (teoria)

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Pozioncine.png Classificazione della S.S.d.P: Veleni · Antidoti · Guaritrici · per l'aspetto · per modificare uno stato
Pagine correlate: Elenco delle Pozioni · Ingredienti delle pozioni
La materia: Programma · Teoria · Incantesimi · Regole · Nuove invenzioni
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Definizione della materia e applicazione nella Magia

Pozione: dal latino POTIONEM (da POT-US participio passato di POTARE=bere), da cui anche il francese POISON veleno.
Le Pozioni sono il prodotto della combinazione di fattori (quali ingredienti trattati e procedimenti) in una scienza esatta priva di bacchetta. Essa costituisce una branca passiva a volte messa in secondo piano di fronte a quelle che pretendono l'uso di una bacchetta. Difatti, a parte per piccole procedure quali l'accensione e la diminuzione del fuoco e l'evocazione di acqua, nelle Pozioni si usano altri strumenti: calderoni, mestoli, ampolle, coltelli, bilance... essenziali per la lavorazione degli ingredienti.

Le fasi della preparazione di una Pozione (nota anche come composto) sono tre:

  • il trattamento degli ingredienti (essi vengono tagliati, sminuzzati, ripuliti da eventuale sporcizia, lavati, stufati...);
  • l’introduzione in un ordine preciso di questi ultimi in un calderone già preparato per quanto riguarda la temperatura;
  • il risultato finale, dal quale si può intuire la riuscita ottimale o no dell’intero lavoro.

Metodi d'azione delle pozioni

Una Pozione può agire in cinque diverse maniere:

  • per ingestione della stessa;
  • per inalazione dei fumi prodotti;
  • per ascolto di suoni prodotti dall'intruglio;
  • per contatto, versandola o spalmandola sulla cute;
  • per osservazione.

Le Categorie delle Pozioni

Ancora oggi si utilizza la catalogazione ideata da Hector Stuff, ma le pozioni non sono sempre state catalogate in questa maniera. Il primo ad inventare una catalogazione fu il Mago Baruffio che suddivise le pozioni in semplici e difficili. Successivamente Wilem McNamara introdusse la distinzione tra pozioni buone e cattive.
Queste differenziazioni erano alquanto rudimentali e non potevano cogliere le molteplici sfumature esistenti in questa branca della magia. Fu solo con la costituzione della Strastraordinaria Società dei Pozionanti che si iniziò a discutere sul trovare una catalogazione ufficiale e completa.
In un primo momento venne ripresa la teoria del Mago Baruffio e fu proposta la divisione pozioni minori e pozioni avanzate. Fu solo con la Riforma che Hector Stuff riuscì a convincere tutti con la sua proposta di suddividere la classificazione in cinque categorie.

Basandoci sulla catalogazione progettata da Hector Stuff in seguito alla Riforma della Strastraordinaria Società dei Pozionanti possiamo quindi classificare le Pozioni secondo gli ambiti in cui esse vengono utilizzate: abbiamo così i Veleni, e di conseguenza gli Antidoti, le Pozioni Guaritrici o Curative, Le Pozioni per l’Aspetto e quelle per Modificare uno Stato.

Ognuna di queste ha una fase precisa in cui è nata e si è sviluppata. Le Pozioni Guaritive sono le prime, risalenti all’Antico Egizio. I Veleni e gli Antidoti si sono sviluppati poco dopo, scambievolmente, poiché se non c’è il Veleno non esiste la Pozione. Le Pozioni per l’Aspetto sono frutto delle mode, perlopiù. Perciò, potete dedurre, sono molto più recenti. Tutte le altre, non essendo classificate per bene, non hanno un periodo specificato. Alcune Pozioni seguono delle lunghe fasi per raggiungere lo stato finale. E anche degli ingredienti devono essere presi o subire trattamenti sotto certi influssi o situazioni, per raggiungere un loro stato ottimale.

  • I Veleni sono interdetti dalla comunità magica perché causano la morte di una persona o nel migliore dei casi il coma, ma alcuni veleni minori sono usati per uccidere gli insetti che infestano le case, ne è un esempio il Doxicida usato contro i Doxies. Il Veleno di Acromantula è molto raro e può raggiungere anche il valore di 100 galeoni a pinta.
  • Gli Antidoti rappresentano quelle Pozioni usate per neutralizzare gli effetti di un Veleno, ma solo un esperto può prepararne perché è sufficiente un minimo errore per ottenere l’effetto contrario a quello desiderato, mettendo così ulteriormente in pericolo il soggetto avvelenato. La pietra Bezoar può essere un’ottima alternativa alla Pozione-Antidoto, poiché "debella" la maggior parte dei Veleni ed è consigliabile per i principianti, nonostante sia decisamente raro averne una a disposizione nel momento del bisogno. Bisogna tenere in considerazione, tuttavia, che il Bezoar evita il più delle volte la morte, ma non guarisce il corpo dagli effetti a lungo termine o gli strascichi post-avvelenamento.
  • Le Pozioni Guaritrici si distinguono dagli Antidoti perché hanno la funzione di guarire le malattie, e non possono essere utilizzate per combattere il diffondersi di un Veleno nell’organismo. Un esempio di Pozione Guaritrice è la Potus Purgas, il cui utilizzo ufficiale è quello di guarire la febbre e il raffreddore.
  • Le Pozioni per l’Aspetto sono utilizzate per modificare l’ immagine di una persona, ed esse comprendono le Pozioni per i capelli, per i brufoli, per la pelle e così via. La Pozione Polisucco, che richiede una complicata preparazione ed ingredienti piuttosto rari, ne è l’estremo esempio di riferimento.
  • Le Pozioni per Modificare uno Stato possono comprendere tutte le categorie spiegate fin’ora, ma allo stesso tempo includono le Pozioni utili ad altri scopi che non siano quelli succitati. Esse consistono quindi in una categoria a sé stante.

Storia del Calderone Magico

Il Calderone è un antico simbolo celtico che rappresentava il grembo della Dea, da dove tutto nasce. Detto anche paiolo dovrebbe essere in ghisa ed avere la bocca dello stesso diametro della base, ed essere panciuto. Le dimensioni sono variabili, ma in genere è abbastanza grande per ospitare un piccolo fuoco.
Il Calderone Magico è il ventre della Dea, la porta della vita, il luogo dello spirito divino e dell’ispirazione. Sei erbe magiche vi devono sobbollire per un anno e un giorno: un tempo simbolico che rappresenta la preparazione, lo studio, la pratica che precedono la realizzazione della Magia. Alla fine di quel periodo il Calderone Magico produce le Tre Gocce Benedette di Saggezza.
Le tre gambe su cui poggia, corrispondono a: le tre fasi lunari; e i tre numeri magici. Inoltre, il calderone è simbolo di trasformazione (in senso fisico e spirituale), di illuminazione, saggezza, rinascita. Anche se di solito il calderone è associato a figure femminili, sono da ricordare anche figure maschili che lo utilizzavano: ad esempio il dio nordico Odino, il dio hindu Indra, e il celtico Cernunno.
In questo simbolo antico di rinnovamento, rinascita spirituale, trasformazione e abbondanza inesauribile, sono presenti i quattro elementi della vita: l’acqua che lo colma, il fuoco che lo fa ribollire, le erbe al suo interno che provengono dalla Madre Terra e, nell’aria, il vapore e il profumo.
C'è però da dire che il calderone, a differenza della bacchetta o del pentacolo, non è stato creato appositamente per la magia, ma è un oggetto che è sempre esistito per altri scopi. Innanzitutto per cucinare, funzione che ha assunto dai tempi più remoti. Ai tempi delle levatrici medievali, esso veniva probabilmente usato per riscaldare l'acqua in preparazione del parto o per aromatizzare con erbe quella usata per lavare i defunti. Successivamente studi alchemici hanno dimostrato la valenza e la predisposizione magica di questo oggetto che, dopo esser stato sottoposto al trattamento di cui sopra, si presta in maniera ottimale alla preparazione di pozioni magiche. Un utilizzo meno conosciuto ma non meno importante è quello per i riti divinatori. In quest'ultimo caso si scruta l'acqua ferma, il vapore, o si fa colare cera nell'acqua per valutare le forme che acquista a contatto con il liquido.

Le pozioni e la luna

Durante la Fase di Luna Nuova e Luna Piena non è consigliato iniziare una Pozione Guaritrice. Nella storia si racconta infatti che l'influenza lunare in questo periodo è la più catastrofica per quanto riguarda la salute dell'uomo e di conseguenza di tutti quei rimedi che la alimentano. Al contrario, è propizio il periodo per preparare dei Veleni. Molte imprese di disinfestazione, se ci fate caso, agiscono proprio durante le fasi di luna nuova per eliminare parassiti da abitazioni e via dicendo (uso del Doxycida). Nella Fase di Luna Crescente è molto buono invece iniziare qualsiasi tipo di Pozione poiché la Luna influisce positivamente su tutti gli ingredienti. In particolare ci aiuta nelle Pozioni che influiscono sulla mente dell'uomo o sulle Pozioni Guaritrici. Dovete sapere anche che in questo periodo gli Erbologi piantano tantissima nuove erbe e soprattutto prediligono raccogliere i frutti del loro studio perchè la pianta, di solito, è più rigogliosa che mai. Nella Fase di Lunca Calante è propizia la preparazione di Antidoti per debellare appunto i Veleni. Buona è anche per la preparazione di quelle Pozioni che necessitano di un riposo tra le varie fasi di preparazione come può essere la Pozione Polisucco, che ha bisogno dell'Erba Fondente raccolta durante la luna piena e quindi la parte della preparazione, lo stufare delle Mosche Crisopa in poche parole, avviene proprio in questa fase.
Più che una vera e propria verità della Pozionistica la seguente è una leggenda: si pensa che il lunedì sia il giorno della Luna dove la preparazione di una Pozione è sempre possibile con risultati eccellenti. Questo però è più un riscontro Divinatorio e quindi i Pozionisti seguono sempre più la parte elencata precedentemente sulle fasi lunari.

Tecniche di lavorazione degli ingredienti

Ogni singolo ingrediente di origine vegetale o animale può subire un diverso trattamento che varia in base all’utilizzo stesso dell’ingrediente o al suo principio attivo, tenendo ulteriormente conto di due fattori importanti:

  • La temperatura del composto
  • Il legame con gli altri ingredienti

Principalmente si tiene conto di un fattore predominante: il rilascio del principio attivo. Sulla base di questo si può scegliere la tecnica di lavorazione più utile perché avvenga nel tempo che ci si prefissa:

Estrazione: Utilizzata per tutti quegli ingredienti che contengono succhi o liquidi, prevede l’estrazione degli stessi (nella maggior parte dei casi per spremitura) così che ne venga utilizzata solo la parte liquida in essi contenuta. Viene quindi scartata l’eventuale buccia esteriore così da utilizzarne solo l’essenza

Pestaggio: Avviene tramite l’ausilio di un mortaio e relativo pestello, prevede lo schiacciamento dell’ingrediente così da rendere omogenee tutte le sue parti. In questo caso verrà utilizzato tutto l’ingrediente, aiutandone l’amalgama con altri dello stesso tipo così da unire i principi attivi e renderli più affini tra essi.

Tagliuzzamento: Prevede l’ausilio di un coltello per dividere l’ingrediente in due o più parti. Si possono così ottenere pezzi grossolani, fette sottili o frammenti ridotti ai minimi termini. Di base si utilizza quando si vuole utilizzare tutto l’ingrediente e quando il rilascio del principio attivo deve essere dosato in modo costante in quanto rilasciato poco alla volta e molto lentamente all’interno della mistura. Spesso si ricorre a questa tecnica per ridurre il consumo di principio attivo così che non si disperda a contatto con agenti esterni o sugli attrezzi

Polverizzazione: Si tratta di ridurre in polvere l’ingrediente. Utilizzabile solo con ingredienti essiccati o che non contengano liquido, può avvenire per uso del mortaio o del coltello con un tagliuzzamento così fine da ottenere la polvere

Controllo della temperatura: La padronanza del fuoco impatta sulla cottura generale della mistura, parametro da tenere ben a mente per evitare incidenti o la perdita dei principi attivi. Il principio su cui si lavora è il seguente

  • Alte temperature accelerano il processo di sinterizzazione del principio attivo nella mistura, una temperatura troppo alta con ingredienti di tipo “volatile” (come ad esempio i capelli o succhi) bruciano l’ingrediente prima del tempo disperdendo il principio attivo
  • Basse temperature rendono la sinterizzazione più lenta e costante, rendendo difficile l’estrazione su ingredienti di tipo “coriaceo” (molti ingredienti interi, spesso aventi guscio) ma favorendo gli ingredienti di tipo “volatile” che invece rilasceranno maggior principio attivo
  • Gli shock termici (l’aumento o la diminuzione improvvisa del fuoco) possono giovare quando il procedimento richieda di alternare un ingrediente “volatile” a uno “coriaceo” o viceversa. Spesso e volentieri quindi si richiede, prima di inserire il suddetto ingrediente, di alzare di molto (o abbassare di molto) la fiamma così da generare uno shock termico sul composto

Decotti, Elisir e Infusi

Decotto

Si ottiene tramite la Decozione, un procedimento utilizzato per estrarre i principi attivi tramite una lenta e costante cottura da ingredienti coriacei (radici, corteccia, semi o ingredienti animali particolarmente duri come carapace e scaglie).

Per non alterare il procedimento è obbligatorio l’uso dell’acqua Distillata. Per eseguire una Decozione perfetta si deve dosare la temperatura ottimale alla quantità di ingrediente utilizzato seguendo questo principio:

Formuladecotti.png

Dove:

  • F = La quantità di ingrediente
  • T1 = La temperatura richiesta
  • T0 = La temperatura di partenza
  • TB = Il punto di bollore (100 °C)
  • X = Calo di temperatura (oscilla intorno ai 10 °C)


La base di calcolo è in funzione della temperatura di partenza che sarà 0 nel caso venga inserito l’ingrediente in acqua fredda. Nel caso venga invece inserito quando l’acqua è già calda, il valore T0 assumerà quello dei gradi dell’acqua all’atto d’inserimento dell’ingrediente. Il calo di temperatura si verifica esclusivamente quando l’ingrediente viene inserito a posteriori rispetto al riscaldamento dell’acqua. Per ingredienti particolarmente freddi (esempio uova decongelate di Ashwinder) il parametro può subire oscillazioni elevate

Esempio pratico 1:

Ingrediente utilizzato: Fagioli sopoforosi

Tenendo conto che la temperatura richiesta (T1) è di 60 °C perché il principio attivo venga rilasciato, si decide di inserire i fagioli in acqua fredda (T0). Sappiamo che il punto di bollore dell’acqua (TB) è 100 °C e che non avverrà alcun calo di temperatura (X) in quanto l’ingrediente non ha alterato la temperatura (essendo stato inserito a temperatura di partenza):

F (60 g di Fagioli sopoforosi) = (60 - 0) x 100 / 100 - 0 - 0


Esempio pratico 2:

Ingrediente utilizzato: Agrimonia

Tenendo conto che la temperatura richiesta (T1) è di 70 °C perché il principio attivo venga rilasciato, si decide di inserire l’agrimonia quando l’acqua raggiunge i 50 °C. Sappiamo che il punto di bollore dell’acqua (TB) è 100 °C e che avverrà un minimo calo di temperatura (X) in quanto l’ingrediente viene inserito a metà dalla presa del bollore:

F (50 g di Agrimonia) = (70 - 50) x 100 / 100 - 50 - 10

Elisir

Gli Elisir semplici sono distillati prodotti grazie alla sintesi tramite un veicolo idroalcolico edulcorato. E’ adatto quindi per l’utilizzo di ingredienti volatili o coriacei i cui principi attivi vengono estratti tramite la funzione dell’alcol e dello zucchero. Il parametro su cui si concentra la preparazione dell’Elisir è il tempo di macerazione nella soluzione idroalcolica tenendo conto delle seguenti formule concatenate:

Formulaelisir.png

Dove:

  • A = Tempo di sintesi (arrotondato sempre per eccesso le unità)
  • F = La quantità di ingrediente
  • E = I ml di alcool
  • Z = I mg di zucchero
  • P = Percentuale idroalcolica


Esempio pratico 1:

Ingrediente utilizzato: Fagioli sopoforosi

Tenendo conto che disponiamo di 60 gr di Fagioli sopoforosi (F), e vengano utilizzati 2 lt di acqua, 500 ml di alcool (E) e 300 mg di zucchero (Z)

P (40) = ((500 + 300) / 2000) x 100

A (30 minuti) = ((60 x 2) / 40 ) x 10

Esempio pratico 2:

Ingrediente utilizzato: Agrimonia

Tenendo conto che disponiamo di 70 gr di Agrimonia (F), e vengano utilizzati 3 lt di acqua, 1000 ml di alcool (E) e 700 mg di zucchero (Z):

P (57) = ((1000 + 700) / 3000) x 100

A (25 minuti) = ((70 x 2) / 57 ) x 10

Infusi

La tecnica d’infusione prevede l’ammollo di un ingrediente in acqua calda in fase di raffreddamento così che il principio attivo venga estratto con estrema lentezza così da non alterare le caratteristiche stesse dell’ingrediente. Nelle parti vegetali l’infuso va’ preparato esclusivamente con fiori e foglie e mai con parti o ingredienti coriacei. E’ un processo a volte lento e calcolato sulla base di due variabili:

  • Costanza di raffreddamento
  • Quantità d’ingrediente

Si deve lavorare con tre formule che si integrano tra loro:

Formulainfusi.png

Dove:

  • T1 = La temperatura richiesta
  • T0 = La temperatura di partenza
  • TB = Il punto di bollore (100 °C)
  • A = Tempo di sintesi (arrotondando sempre per eccesso le unità)
  • C = Costanza di raffreddamento
  • G = Temperatura dell’ambiente
  • F = La quantità di ingrediente


Esempio pratico 1:

Ingrediente utilizzato: Fagioli sopoforosi

Tenendo conto che la temperatura di partenza (T0) è 50 °C e che l’ambiente esterno (G) è di 20 °C

T1 (100) = (100 - 50) x 2

C (3) = (100 x 2) / (100 - 50) + 20

A (10 minuti) = 60 / (3 x 2)

Esempio pratico 2:

Ingrediente utilizzato: Agrimonia

Tenendo conto che la temperatura di partenza (T0 è 70 °C e che l’ambiente esterno (G) è di 24 °C:

T1 (60) = (100 - 70) x 2

C (2) = (60 x 2) / (100 - 70) + 24

A (20) = 80 / (2 x 2)

I Veleni

Per veleno si intende una sostanza che, assunta da un organismo vivente, ha effetti dannosi temporanei o permanenti, fino a letali, attraverso un meccanismo chimico.
Il concetto di veleno non può essere separato dal concetto di dose. In natura, infatti, praticamente tutte le sostanze possono provocare un danno su un organismo vivente, quello che permette di identificare una sostanza come tossica è la dose a cui provoca effetti dannosi. Così come per gli ingredienti delle pozioni. Le pozioni, prese in determinate quantità hanno effetti curativi, in altri casi risultano tossiche.

Ci sono due tipi di veleni: quelli Alchemici (vegetali) e quelli Magici.

  • Veleni Alchemici: sono prodotti a partire da ingredienti naturali come erbe o piante.
  • Veleni Magici: sono prodotti attraverso processi Magici e/o con ingredienti derivati dalle creature magiche.

I Veleni, di qualunque tipo, ricadono entro 4 gruppi principali: Veleni da Circolo, Veleni a Contatto, Veleni per Ingestione, Gas Tossici.

  • Veleni da Circolo: sono efficaci solo se entrano nella circolazione sanguigna della vittima attraverso una ferita aperta. Ci sono due modi per usare i Veleni da Circolo:
    1. distribuendo il Veleno su una lama e colpendo la vittima.
    2. Introducendo il Veleno direttamente in una ferita.
  • Veleni da Contatto: questi veleni hanno effetto solamente se entrano in contatto con la pelle della vittima. Ci sono due modi per usare i Veleni da Contatto:
    1. ponendo il Veleno su un oggetto. Fino a un certo numero di persone possono venire affetti in questo modo, toccando l’oggetto;
    2. ponendo direttamente il Veleno sulla pelle della vittima.
  • Veleni per Ingestione: hanno effetto solo se ingeriti dalla vittima. Ci sono due modi per usare i Veleni per Ingestione:
    1. mischiando il Veleno con cibi o bevande. Coloro che mangiano o bevono perlomeno un terzo del cibo o della bevanda avvelenata vengono colpiti dal Veleno;
    2. ponendo direttamente il Veleno nella gola della vittima.
  • Gas Tossici: hanno effetto solo se inalati dalla vittima. Sono normalmente sottoforma di bastoncini d'incenso o di candele che, una volta bruciati, producono un vapore velenoso. Fino a quando il vapore viene prodotto, tutti coloro che lo inalano vanno incontro all'avvelenamento.

E' importante sapere che non tutte le pozioni sono innocue, che non esistono pozioni buone o cattive, dipende dall'uso che se ne fa. E' dunque necessaria una corretta informazione per evitare spiacevoli inconvenienti per la nostra salute; a fronte delle pozioni pericolose ve ne sono moltissime di indubbia efficacia e innoquità. E' fondamentale, per la corretta preparazione di pozioni, stabilire il giusto dosaggio di ogni ingrediente, per ottenere la massima efficacia e per evitare fenomeni tossici.

I sintomi più comuni di avvelenamento sono:

  • Sonnolenza e, al limite, perdita di conoscenza;
  • Bruciatura delle labbra, se si è ingerito un veleno corrosivo;
  • Eventuale vomito;
  • Possibili convulsioni;
  • Morte.

Una sostanza in grado di contrastare l'azione di un veleno è chiamato antidoto.

Classificazione dei Veleni

Il Ministero della Magia ha classificato, come per la pericolosità delle Creature Magiche, i Veleni in base al livello crescente di tossicità. I Veleni si distringuono in quattro categorie: X, XX, XXX e XXXX.
X: comprende i veleni nocivi che provocano semplice malessere più o meno diffuso nel soggetto avvelenato. Esempio: il veleno del Doxy, il veleno del Lobalug.
XX: comprende i veleni nocivi potenzialmente mortali che causano danni considerevoli nel soggetto avvelenato. Esempio: il veleno di Acromantula.
XXX: comprende i veleni nocivi composti che non si trovano in natura, generati appositamente attraverso l’unione di più sostanze velenose.
XXXX: comprende i veleni mortali, ovvero che provocano la morte quasi istantaneamente. Esempio: il veleno di Basilisco.

Antidoti

Un antidoto (dal greco Antìdoton, "dato contro") è una sostanza in grado di contrastare una forma di avvelenamento.

Un antidoto agisce essenzialmente sfruttando tre diversi principi: antidotismo fisico, antidotismo chimico ed antidotismo fisiologico.

L'antidotismo fisico consiste nell'assorbimento della sostanza tossica mediante l'utilizzo di carbone attivo o sostanze mucillaginose. Per sfruttare questo principio è necessario che il veleno non si sia già diffuso nel circolo sistemico ma sia ancora localizzato nello stomaco e nel primo tratto intestinale.

L'antidotismo chimico consiste nell'utilizzare sostanze chimiche che siano in grado di precipitare o neutralizzare la sostanza tossica rendendola innocua. Esempi di antidoti chimici sono le soluzioni orali di acido acetico per contrastare l'ingestione di alcali e l'iniezione di tiosolfato per l'avvelenamento da cianuro.

L'antidotismo fisiologico consiste invece nel somministrare sostanze che hanno proprietà farmacologiche tali da provocare effetti fisiologici che contrastano gli effetti provocati dal veleno. Ad esempio l'atropina è un agonista muscarinico che provoca effetti parasimpaticolitici: l'intossicazione provocata da questa sostanza può essere contrastata somministrando fisostigmina, un composto ad azione parasimpaticomimetica.

Depozionizzazione

Dagli studi sui Veleni e gli Antidoti, maghi esperti hanno scoperto un metodo mirato (conosciuto come Depozionizzazione) per l'analisi di un composto al fine di individuare cosa esso contenga. E' possibile separare una pozione nei suoi componenti usando il principio della densità.
L'oggetto che viene usato per questo processo di depozionizzazione è la buretta di Mohr tenuta costantemente sospesa tramite incantesimo di levitazione, e che presenta all'estremità inferiore un rubinetto con cui è possibile prelevare i componenti separati. Fondamentale, per non inficiare il processo, è la preparazione corretta di una mistura molto densa composta da radici di Allosteria e Silice, che si lega ai singoli elementi della pozione separandoli tra loro. Infine, per donare forza ed energia al processo, e per accelerare i tempi, è necessario utilizzare l'incantesimo Dirìmo anche noto come incantesimo di Dissociazione.

Procedimento:
1. Preparare la mistura sminuzzando le radici di Allosteria (100gr) in piccolissimi pezzetti, pestando il tutto insieme alla Silice (50gr) e aggiungendo un cucchiaio grande di acqua pura in modo da creare un composto molto denso.
2. Prendere la buretta di Mohr, posizionarla al meglio e chiudere il rubinetto. Versare quindi, dalla sua sommità, la pozione da analizzare.
3. Versare 7 gocce della mistura preparata precedentemente.
4. Eseguire l'incantesimo Dirìmo direttamente sulla pozione all'interno della buretta.

Conclusioni:
L'incantesimo ci mette 10 minuti a separare i vari componenti, indipendentemente da quanti siano gli ingredienti iniziali. Gli ingredienti si separano con quelli più densi e pesanti sul fondo, quindi più vicini al rubinetto, mentre quelli più leggeri e volatili rimangono in cima.
Tramite il rubinetto si possono prendere i vari componenti separati, che saranno tutti allo stato liquido, facilmente identificabili dal colore, aspetto ed eventuale odore.

Le Tre leggi di Golpalott

Dallo studio sui Veleni e dai composti degli stessi vennero stilate tre leggi fondamentali per la creazione di un Antidoto specifico. Tali studi vennero attribuiti a Gustave Golpalott, noto Pozionante nato a Vienna nel 1698 che riuscì a scoprire le caratteristiche di molti Veleni. Solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1776 il nipote Hermes Golpalott li rese pubblici

Prima legge di Golpalott

Un veleno naturale (o semplice) estratto da un vegetale richiede un antidoto naturale estratto da un altro vegetale che appartenga alla stessa biosfera ovvero se la natura del Veleno ha origine da un vegetale terrestre è necessario un vegetale terrestre per poter produrre l'Antidoto, se invece il vegetale d'origine Venefica è acquatico lo stesso deve essere quello utilizzato nell'Antidoto

Seconda legge di Golpalott

Un veleno naturale (o semplice) estratto da un animale richiede un antidoto naturale estratto da un animale superiore al primo nella catena alimentare. Nel caso delle Creature Magiche è necessario utilizzare un Antidoto semplice estratto da una Creatura Magica con Classificazione almeno uguale o superiore a quella utilizzata per il Veleno

Terza legge di Golpalott

L'Antidoto per un veleno complesso è maggiore della somma degli antidoti per ciascuno dei singoli componenti.

Creare un Antidoto con le Tre leggi di Golpalott

La fase introduttiva richiede il processo di Depozionizzazione così da capire la natura del Veleno e la sua composizione in termini di ingredienti. Una volta stabilito il tutto, si va a stilare una lista in ordine crescente degli Antidoti necessari e dosati seguendo la formula:

[q.A1 = q.V1 + ½ (1/nA di A1)] + [q.A2 = q.V2 +½ (1/nA di A2)]...

Così da ottenere sempre 2/3 di Antidoto rispetto a 1/3 di Veleno. Prendiamo il caso di un veleno composto da 4 ingredienti, che siano essi di origine animale o vegetale, il calcolo risulterà:

[Quantità di Antidoto 1 = Quantità di Veleno 1 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 2 = Quantità di Veleno 2 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 3 = Quantità di Veleno 3 + 1/2] + [Quantità di Antidoto 4 = Quantità di Veleno 4 + 1/2]

Un esempio pratico sulle quantità seguendo il principio sopra riportato, mettendo il caso che il Veleno abbia rispettivamente come ingredienti 40 g per il primo, 60 g per il secondo, 20 g per il terzo e 30 g per il quarto tra i componenti, può essere:

[60 g (Antidoto 1) = 40 g (Veleno 1) + 1/2 (Antidoto 1)] + [90 g (Antidoto 2) = 60 g (Veleno 2) + 1/2 (Antidoto 2)] + [30 g (Antidoto 3) = 20 g (Veleno 3) + 1/2 (Antidoto 3)] + [45 g (Antidoto 4) = 30 g (Veleno 4) + 1/2 (Antidoto 4)]

La difficoltà nella creazione di un Antidoto perfetto o anche solo adeguato può essere rappresentata, nella maggior parte dei casi, dal non sapere con precisione la quantità precisa di ogni singolo Veleno utilizzato. Per questo molto spesso i Pozionanti ricorrono a calcoli sulla valenza Aritmantica andando a compensare l'informazione mancante mantenendo i principi che prevedano di contrastare ogni singolo Veleno con un numero pari di Antidoti le cui dosi possono però essere variate rispetto a un lavoro prettamente accademico e studiato nelle aule.

Quello che si applica è quindi il parametro di Valenza perfetta: ovvero scelto un numero il cui significato sia riconducibile alla cura/antidoto, per quanto spesso si preferisca utilizzare il 7 in quanto potente, si sceglieranno le dosi degli ingredienti così che quel numero sia ottenuto dalla somma delle singole cifre quella quantità dell'ingrediente (senza tener conto dell'acqua) ma anche dalla somma di tutti gli ingredienti insieme (litri d'acqua inclusi).

Esempio pratico:

Sulla base di Valenza sette

2 Litri d'acqua 70 g di Lumache cornute 16 ml di Sangue di Salamandra

Valenza perfetta: 70g (7+0 = 7) + 16ml (1 + 6 = 7) + 2 litri di liquido = 88 (8 + 8 = 16 // 1 + 6 = 7)

Pozioni Imperdonabili

Rientrando in questa categoria tutte le preparazioni dove l'utilizzo è totalmente bandito e punibile a norma di Legge. Si può erroneamente supporre che tutti i Veleni mortali per l'essere umano rientrino in questa categoria, in realtà ne sono esclusi per la semplice ragione che i Veleni agiscono esclusivamente su un soggetto singolo a cui viene somministrato (o più soggetti ma limitati). Nel caso delle Pozioni Imperdonabili, invece, tali preparazioni prevedono un utilizzo ad ampio raggio e su vasta scala, che colpiscono indistintamente più soggetti con un singolo utilizzo.

Tali Pozioni hanno assunto questa denominazione non solo per la difficoltà stessa di contenimento, una volta lasciate agire, ma anche per la curiosa particolarità di venir sconfitte esclusivamente con una Pozione in particolare, mantenendo invece una certa immunità a quasi tutti gli Incantesimi.

L'utilizzo di tali Distillati è severamente punita dal Ministero della Magia che prevede la detenzione con durata variabile presso la prigione di Azkaban. Altro organo di controllo di tali utilizzi è la Straordinaria Società dei Pozionanti che può intervenire con la Scomunica del Pozionante, condizione per la quale, lo stesso, si troverebbe impossibilitato a vita nell'esecuzione attiva dell'Arte Pozionistica

Tutte le ricette legate alle Pozioni Imperdonabili sono difficilmente reperibili e conservate con cura dalla Straordinaria Società dei Pozionanti.