Excalibur

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Sono tante, tantissime, le leggende che ruotano attorno a questa spada, Excalibur o più semplicemente "la spada nella roccia". Si dice che in realtà Excalibur e La spada nella roccia fossero due spade diverse, provenienti da diverse fonti e aventi diversi poteri. La Spada nella roccia, come la leggenda di Re Artù e Mago Merlino insegna, fu l'oggetto grazie al quale Camelot riebbe un sovrano degno di tale nome, che potesse condurre il regno verso un periodo di prosperità e di pace. Solo chi fosse stato degno di essere il nuovo re di Camelot sarebbe stato in grado di estrarre la spada dalla roccia nella quale si trovava e solo lui avrebbe potuto beneficiare dei poteri della stessa. Colui che fu in grado di estrarre tale spada fu, come ben si sa, Artù che quindi divenne il nuovo Re di Camelot benché fosse il figlio illegittimo del vecchio sovrano. Grazie alla spada ed all'appoggio e supporto di Merlino, Artù riuscì a rispettare le enormi aspettative che tutti avevano nei suoi confronti ed a dare al suo regno un lungo periodo di prosperità e pace. Gli interrogativi, a questo punto, restano sulla Spada... Excalibur o La spada nella roccia?

Excalibur e la Spada nella Roccia

Storici della magia di quasi 1000 anni fa, sostenevano che La spada nella roccia avesse come nome Excalibur in realtà e che fossero la stessa cosa, avente poteri magici quali la capacità di tagliare l'acciaio e di garantire protezione al proprietario da qualsiasi tipo di attacco. Studiosi più recenti di storia della magia -e anche babbani, perché questa leggenda la conoscono anche loro- ritengono che in realtà ci fossero due spade diverse, la Spada nella Roccia ed Excalibur; si preferisce, quindi, considerare maggiormente veritiera questa versione aggiornata. La prima spada era priva di poteri magici di per sé, se non quelli che la legavano direttamente alla roccia con dei meccanismi di cui si parlerà successivamente, e la seconda, Excalibur appunto, fosse invece dotata di poteri magici, quali quello di tagliare l'acciaio, garantire protezione al proprietario da qualsiasi tipo di attacco e si dice che il fodero di Excalibur facesse in modo che la persona che lo indossava non sanguinasse se fosse stata ferita. Difatti la prima spada servì "solo" per garantire a Camelot il giusto sovrano come Merlino stesso aveva indicato e previsto, la seconda fu donata dalla leggendaria Dama Del Lago direttamente ad Artù; l'identità della donna non è risaputa, molte leggende ruotano attorno alla stessa, si dice perfino che fosse Morgana! Ma gli storici della magia preferiscono non sbilanciarsi a riguardo ed invece indagare maggiormente su Excalibur e/o la Spada nella Roccia.

James O’Lyon, studioso atavico di storia della magia, è colui al quale dobbiamo tutte le seguenti spiegazioni sulle due spade e sul loro passato e presente.

“Il potere derivato dalla Spada nella Roccia fu frutto SOLO di Merlino e della magia che aveva riposto sulla spada. Tramite dei sigilli aritmantici sull’impugnatura e sulla spada tutta, Merlino fece in modo che fosse SOLO Artù ad essere in grado di tirare fuori la spada dalla roccia; tali sigilli legavano la spada alla roccia e funzionavano con riconoscimento tattile. Perché Merlino fece questo? Si sa che il mago, molto probabilmente, possedeva l’Occhio Interiore ed era in grado di prevedere il futuro; con ciò avrà visto Camelot grande sotto Artù ed ha deciso di fare in modo che fosse lui e solo lui il successore di Uther, nonostante fosse figlio illegittimo. E per fare questo mise su la profezia sulla Spada nella Roccia, sparì per non destare eccessivamente sospetti e tornò quando sapeva che il momento era arrivato. Ma la Spada in sé non aveva alcun potere, tant’è che si spezzò con estrema semplicità durante un combattimento; tuttavia era inammissibile che la famosa Spada nella Roccia in grado di riconoscere il degno sovrano per Camelot si spezzasse, per cui si trovò rimedio con un’altra spada, ben più potente perché dotata di poteri magici: Excalibur. E’ meglio non soffermarsi eccessivamente sulle modalità con la quale la spada venne affidata ad Artù poiché ci impelagheremmo in troppi “se” e troppi “ma” e come ben sapete la storia non può essere basata né sui se né sui ma… Preferiamo, quindi, concentrarci sulla spada in sé. Excalibur venne costruita da discendenti diretti dei Celti, da quel che si dice, anche se, dopo personali e recenti studi, azzarderei e preferirei considerarla come una creazione dei Goblin, finita in mani altrui solo successivamente. Cosa mi fa pensare a questo? Semplice, l’episodio seicentesco di Godric il Solerte, un Goblin la cui famiglia è sempre stata in grado di forgiare armi in grado di trafiggere e scheggiare qualsiasi cosa, dall’acciaio al diamante. E come ben si sa, una delle caratteristiche di Excalibur è proprio quella di tagliare l’acciaio, cosa che salta subito all’occhio visto che…Be’, i Celti furono dei maghi eccelsi e dei divinatori eccezionali, ma di certo non erano in grado, dalle fonti storiche conosciute oggi, di forgiare un’arma con tali caratteristiche. Le altre sue doti sono: garantire protezione al proprietario da qualsiasi tipo di attacco e –grazie al fodero- permettere alla persona che lo indossava di non sanguinare se fosse stata ferita. Su queste basi si può tranquillamente affermare che l’impugnatura di per sé fungesse da amuleto, con sigilli runici ed aritmantici e qualsiasi altra diavoleria che permettesse di proteggere il proprietario; a sua volta il fodero è stato trattato allo stesso modo, con diversi riti e sigilli, certo, per impedire il sanguinamento al proprietario. Queste ultime due caratteristiche dell’impugnatura e del fodero, invece, sono maggiormente attribuibili ai Celti –maghi maggiormente dotati di quanto possano esserlo i Goblin, non me ne vogliate- che hanno pensato di aggiungere quel tocco di magia che avrebbe in qualche modo personalizzato la spada. Come sia giunta nelle mani di Artù, ripeto ancora una volta, in questo momento non è necessario che si sappia.”

Il futuro di Excalibur

Ma…Che fine ha fatto Excalibur? Anche in questo caso sono molteplici le storie e i giudizi degli storici della magia. Tuttavia la tesi più accreditata, in questi giorni, continua ad essere quella di O’Lyon, anche per quanto riguarda il “futuro” di Excalibur.

“Non si parla molto degli eredi di Re Artù ed anche quando vengono citati, non si è mai detto che il Re fosse particolarmente legato a loro e che avesse la tranquillità, in cuor suo, che il regno fosse in mano ai suoi discendenti. Se ci sono delle persone delle quali il Re parlasse continuamente e si esponesse particolarmente in loro favore, quelle sono i Cavalieri della Tavola Rotonda, fidati compagni del Re nella gestione del regno. E nessuno si stupirebbe mica se invece di designare come successore il proprio erede avesse scelto uno di quei Cavalieri! La teoria storica classica ci racconta che Re Artù fu ucciso e abbia dato a Bedivere Excalibur affinché egli la rigettasse nel Lago lì dove la Dama del Lago gliel’aveva donata. Eppure, essendo a conoscenza degli immensi poteri della spada (poteri che potevano sì essere annullati, ma solo da una fonte magica alla pari se non maggiore a Merlino stesso), possiamo intuire come questa teoria non torni in alcun modo, come non abbia né capo né coda. Provando, dunque, a guardare la situazione da un’altra ottica, magari più normale e meno fantastica, c’è chi parla della morte di Re Artù come la naturale conclusione della vita di un grande uomo, morto comodamente nel suo letto; certo, questa ipotesi risulta meno grandiosa e fantastica, è più normale, per questo motivo non se ne parla troppo. Se prendiamo per buona questa ipotesi, come io riterrei opportuno fare, troviamo un nesso perfetto fra Sir Bedrydant, Sir Bédoiercome e Ethelweard Bédoiedant. Chi era costui? I primi due nomi si riferiscono ad uno dei 24 cavalieri della tavola rotonda e, rispettivamente, al suo nome in gallese e a quello in francese; il terzo…Be’, lo si ritrova stranamente nei primissimi documenti del Cavalierato di Mornay, identificato come fondatore dell’Ordine.

Excalibur ed il Cavalierato di Mornay

Tuttavia gli scritti di O'Lyon, derivati dai suoi attentissimi studi non finiscono qui e proseguono trovando un intreccio di particolare rilevanza fra Excalibur ed il Cavalierato di Mornay, anche ai giorni nostri. Continua O'Lyon

"...uno storico che si rispetti non può non notare certi dettagli e considerare coincidenze quelle che in realtà non possono affatto esserle. Dalla fondazione dell'Ordine fino ad oggi sull'isola magica, la Spada del fondatore, Sir Bédoiedant, viene considerata come simbolo stesso dei Cavalieri e come tale spetta di diritto ad ogni capo dell’Ordine…Una reliquia che si dice si tramandi da generazioni in generazioni, da capo in capo, e ai quali gli abitanti di Mornay sono immensamente legati, a livello ideale. Rappresenta la loro storia, le loro fondamenta e la considerano realmente Excalibur, benché si aleggia che sia solo una leggenda, un oggetto di una bella favola e che non ci sia nulla di reale, in fin dei conti. Da cosa nasce questa convinzione? E' solo qualcosa di surreale? Come già detto, da storico della magia mi ritrovo a dover considerare parti di storia che non possono essere semplici coincidenze. In tutti i testi che hanno a che fare con l'Ordine dei Cavalieri di Mornay viene sempre citata e ricordata la spada del fondatore. A malincuore devo ammettere che non ci è stato possibile un controllo diretto sulla veridicitià o meno dell'ipotesi al castello dei Rothenberg, tuttavia si possono sempre ricercare le prove che sia davvero così, no? Difatti, il collegamento fra Sir Bedivere, Sir Bédoiedant e re Artù è pressoché diretto. Ebbene, pare alquanto logico che il vero nome di Bédoiedant fosse Sir Bedivere e che egli avesse deciso di cambiare nome non appena approdato sull’isola di Mornay per un maggior quieto vivere: crearsi una nuova vita, ripartire da zero, senza sentire ulteriori pesi sulle spalle, il peso di essere un Cavaliere della tavola rotonda ed essersi allontanato dalla propria terra. Molti hanno una pessima considerazione di lui, ma forse costoro non hanno considerato che Sir Bedivere fosse il cavaliere più fidato per Artù dopo Sir Lancillotto (ovviamente sappiamo tutto sulla storia di Sir Lancillotto, per cui non ci dilunghiamo ulteriormente) e che, non avendo eredi dei quali si fidasse ulteriormente, si potesse considerare come suo successore non consanguineo. Per di più, al momento della morte del re, testimoni e documenti dimostrano che il volere del sovrano fosse quello di fare in modo che Excalibur finisse in mani fidate e non andasse persa, per cui chi meglio del suo più fidato cavaliere Sir Bedivere facente parte dei cavalieri che l’avevano seguito per tutti gli anni del regno? Per il volere del re, quindi, Excalibur spettava a Sir Bedivere. E’ bizzarro come il re abbia dato una così importante reliquia ad un cavaliere piuttosto che renderla a Merlino, no? Be’, se ancora una volta consideriamo le doti divinatorie di questo grande mago, si potrebbe rispondere facilmente a questo interrogativo dicendo che aveva visto che il destino di Excalibur fosse essere fra le mani di Bedivere; a quel punto ad Artù non restava che ascoltare i consigli di Merlino, come aveva sempre fatto d’altra parte, certo, non a malincuore, è da ammettere. Così Sir Bedivere ereditò Excalibur alla morte di Artù e decise di andare in eremitaggio e, approdato sull’isola di Mornay, divenne Sir Bédoiedant con le suddette modalità.

Da uomo potrei anche dubitare di questa verità, ma da storico della magia, davanti a queste prove tangibili, non mi sento di negare ogni possibilità che quella spada sia realmente Excalibur"