Merlino

Da WikiMh.
Librostoria.png Collegamenti utili: Tutte le pagine di Storia della Magia · Il programma della materia

Questi appunti sono di proprietà di Marco (William McBryant), Jessica (Rosmilda Welkentosk) e Simone (Ailbeart McKalleart). Hanno collaborato: Vincenzo (Vincent Stars) e Marco (Gregor Darsel). Ne è vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicita autorizzazione degli autori e senza l'attribuzione della paternità.

Capitolo XVI: Merlino

“Per la barba di Merlino!”, “Santo Merlino”, “In nome di Merlino!”: queste sono solo poche delle tante esclamazioni/modi di dire dedicati al suddetto mago e che siamo soliti affermare, noi maghi, comunemente. Spesso, tendiamo a dimenticarlo, ma dobbiamo tanto a questo grande uomo, infatti il Mondo Magico, senza il suo grande intervento, sarebbe molto diverso da quello in cui noi oggi viviamo. La vita di questo grande personaggio Storico, diventato il Patrono della Comunità magica britannica, è avvolta da un alone di mistero: le informazioni certe non sono molte, a causa delle molte leggende e, come affermano alcuni Storici della Magia, di alcuni incantesimi di memoria. Nato dall'unione extraconiugale tra una Principessa di origini babbane e un Mago, Merlino fù cresciuto dal Padre in qualche foresta della Scozia. Il Padre di Merlino, affermano le Cronache, era un famoso veggente il cui nome si è perso nelle nebbie del tempo. Anche Merlino in seguito dimostrò capacità divinatorie. Tuttavia sulla testa di quel Bambino appena nato gravava un'antica profezia di famiglia: “Grande sarà il principe, nato da principessa; al cospetto di re, da pari, avanzerà; ma dolorosa la morte per via dell’amore che mai avrà”. Merlino crebbe così tra i babbani in Britannia, cominciando, quindi, a rispettare e ad ammirare questi ultimi. Tuttavia la sua capacità di prevedere il futuro non riuscì a passare inosservata tra i babbani così desiderosi, mai come all’epoca, di carpire il mistero e l’oscuro. Tanto che il re britannico babbano Vortigern convocò il mago, poco più che sedicenne (ma con già delle spiccate doti magiche) a corte, chiedendogli di spiegare il motivo per cui il suo castello continuasse a crollare tutte le volte che veniva eretto.

Merlino rivelò così al re bretone che al di sotto del Castello c'era un Lago sotterraneo, dove vivevano due draghi. Fù lo stesso Merlino a capeggiare la spedizione punitiva contro quelle due creature, attorniandosi dei più promettenti maghi della Britannia, riuscendo ad uccidere con poca difficoltà il drago maschio, mentre, il drago femmina, anche se ferito dal mago e dai suoi compari, riuscì a fuggire, distruggendo per l’ennesima volta il Castello durante la sua fuga. Soltanto grazie alla prontezza di Merlino, quest’ultimo e gli altri maghi riuscirono a tornare in superficie sani e salvi. Merlino consigliò così al re Vortigern di scegliere un altro luogo ove erigere il proprio Castello e di lasciare il Lago, che dopo la lotta contro i due draghi e la conseguente fuga del drago femmina era emerso, come monito contro il Male per i prossimi re futuri.

Dopo questa grande impresa, Merlino, poco più che un ragazzo, scelse di uscire definitivamente dall’ombra in cui viveva, stando sempre e solo in contatto con babbani, per dedicarsi allo studio e all’applicazione degli Incantesimi e della Trasfigurazione. Riuscì, infatti, a raggiungere una padronanza assoluta di tutti gli Incantesimi fino a quel momento formulati, fino a spingersi nella compilazione di nuovi, come per esempio il Familiariter Simulatus (un’aura circonda il mago che lo fa sembrare amico a tutte le creature) o l’Arresto Momentum o Incantesimo Rallentante (fa sì che le cose che cadono lo facciano lentamente senza danni), tanto da guadagnarsi il titolo di Principe degli Incantatori.


Dall’altra parte, praticò con costanza e eccellenza l’arte della Trasfigurazione, concentrando i suoi studi soprattutto su quella umana. Tutte le cronache dell'epoca concordano sul fatto che fù un Animagus. Molte sono le ipotesi fatte dagli esperti per quanto riguarda l’animale in cui Merlino si trasformava. Alcuni sostengono il gufo, o comunque un rapace, altri, semplicemente il cane. Ma abbiamo troppi pochi elementi per poter sostenere una tesi anziché un’altra, a mio avviso.