Invenzioni magiche

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Questi appunti sono di proprietà di Marco (William McBryant), Jessica (Rosmilda Welkentosk) e Simone (Ailbeart McKalleart). Hanno collaborato: Vincenzo (Vincent Stars) e Marco (Gregor Darsel). Ne è vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicita autorizzazione degli autori e senza l'attribuzione della paternità.

L'invenzione della Polvere Volante

Ignatia Wildsmith, l'inventrice della Polvere Volante, nacque nel 1227 e morì nel 1320, in Gran Bretagna. La Polvere Volante è una polvere di colore verde brillante usata per viaggiare e comunicare attraverso i camini. Affinché un focolare possa essere usato come via di trasporto o di comunicazione deve essere connesso alla Metropolvere. Per essere trasportato da un focolare all'altro il viaggiatore deve: prendere un pugno di polvere volante, entrare nel camino, pronunciare a chiare lettere la destinazione e gettare questa sostanza ai suoi piedi. I focolari possono essere anche usati solo come mezzi di comunicazione. A tale scopo è necessario buttare la polvere nel focolare ed inserire la propria testa, specificando la destinazione. Questo permette alle persone di poter comunicare senza dover affrontare il viaggio. Ignatia nacque a Londra, da una famiglia purosangue di maghi benestanti. Ad 11 anni iniziò a frequentare la scuola di Hogwarts e venne smistata nella Casata di Tassorosso. Si dimostrò in molteplici situazioni una ragazza molto arguta e intelligente, volenterosa nello studio. Tutti gli anni riportò ottimi voti in Incantesimi, Pozioni e Trasfigurazione. Tuttavia ebbe sempre un carattere molto introverso e poco socievole, per questo restò isolata, senza amici. Dopo aver lasciato Hogwarts continuò i suoi studi, come autodidatta, ovviamente. Lesse svariati tipi di libri e manuali da adulta, i pochi libri di magia che c'erano all'epoca. I genitori morirono quando lei aveva appena venticinque anni, quindi dovette trovarsi da vivere da sé, ed iniziò a lavorare per una locanda a Diagon Alley, molto antica, di cui ora non conosciamo il nome. Nel frattempo continuò i suoi studi, poiché avrebbe voluto intraprendere la carriera di maestra di magia, nell'Accademia di Hogwarts, insegnando Incantesimi. Fu in quegli anni che cominciò a studiare le varie proprietà di diverse piante, con le quali avrebbe potuto creare una polvere o una pozione capace di trasportare l'individuo da un luogo ad un altro. La sua idea iniziale fu quella di preparare una pozione che, se ingerita, avrebbe potuto trasportare una persona fino al luogo desiderato. Nel primo tentativo, ultimata la pozione, la ingerì, gridando forte il nome del luogo di destinazione. Non funzionò e, anzi, per poco non rimase uccisa per avvelenamento. Abbandonò il progetto, che riprese solo quindici anni dopo. Scartò l'idea di perfezionare la pozione preparata anni prima e ideò un particolare tipo di polvere che, se sparso sul capo, avrebbe potuto permettere alla persone di viaggiare e raggiungere in un baleno il luogo di destinazione desiderato. Neanche quest'idea funzionò e, anzi, la polvere si rivelò urticante. Solo nel 1320, due mesi prima della sua morte, le venne in mente di utilizzare il camino, insieme alla polvere, come mezzo di trasporto. Innanzitutto perfezionò la polvere preparata, aggiungendo altri ingredienti base, poi riprovò ancora. Si mise all'interno del grosso camino della sua abitazione, buttò la polvere volante ai suoi piedi e enunciò forte e chiaro il luogo di destinazione, l'antica casa dei suoi genitori, con un grosso camino nella cucina. Purtroppo la sfortunata Ignatia non seppe mai che, dopo la morte dei suoi genitori, il camino era stato sbarrato. La vecchia Wildsmith morì soffocata all'interno del camino, senza mangiare e bere per giorni. Nella sua abitazione vennero però ritrovate decine e decine di annotazioni sulla preparazione e i possibili effetti della polvere volante, per questo noi oggi possiamo usufruire della brillante scoperta di questa donna che fece davvero una fine molto brutta.

L'alchimia nel Medioevo: Nicolas Flamel

Dalla morte di Costantino il Grande (337 d. C. – I Babbani considerano l’inizio del Medioevo nell’anno 476), ultimo grande mecenate della Magia (sotto di lui si ricordano i maghi Felostrato, Loxrate e Vegotriano, colui che ha dato vita alla Congrega dei Pozionisti), l’Alchimia ebbe una lunga serie di cambiamenti e adepti che tutt’ora riempiono, con le loro opere, le immense e fornite Biblioteche del mondo moderno.
In questo periodo molti Alchimisti hanno visto nascere e morire la loro fortuna, assieme a voci e leggende che riempiono, fino ai giorni nostri, la fantasia di milioni di Babbani.
Tra tutti si ricordano Artefio (733 - 783) che afferma, primo tra tutti gli Alchimisti, che non è possibile creare il Lapis Philosophorum che trasmuti i metalli vili in oro e che dia l'elisir di lunga vita. Secondo lui, infatti, esistono due diverse Pietre o "polveri" che garantiscono i diversi effetti.
Solivius Besludus (936 - 1000), invece, fu lo scopritore di una delle formule alchemiche più utilizzate nella storia. Poichè risultava alquanto privo di capigliatura, si diede animo per trovare un modo di far crescere i capelli; solo alla sua morte avvenuta per un esplosione, nell'ottobre dell'anno 1000, un suo collega, trovato il corpo interamente coperto di peli, si rese conto della scoperta ed usò la formula per arricchirsi, fino a quando non venne scoperta la verità dalla Giustizia Magica del Regno di Lombardia, attorno all'anno 1083.
Non bisogna dimenticare che, tra tanti Alchimisti famosi, anche le donne, sebbene non fossero tenute in gran conto, ebbero i loro momenti di gloria. Esmeralda Munos (945 - 1012), si fece conoscere tra gli Alchimisti come Esmos, ed a lei si deve la scoperta del "Metodo Somse" per il mantenimento delle provette in ambiente ghiacciato.
Durante quest'epoca in cui maghi e stregoni erano visti con un occhio di riguardo, gli Alchimisti misero il loro talento in mano a molti Re e signori di vari regni e ducati. Alcuni di questi proprio per la maestria dei loro "Medici di Corte", come si facevano chiamare soventemente, ebbero un enorme espansione ed influenza su altri regni.
Il XIII secolo vide la nascita di tre importanti Alchimisti: Ruggero Bacone (1214 - 1294) noto con l'appellativo "Doctor Mirabilis", fu uno dei grandi studiosi delle opere degli Alchimisti antichi, ne cercò il significato approfondito studiando anche la natura con i suoi fenomeni; Tommaso d'Aquino (1225 - 1274) altro Alchimista famoso, dedicò la sua vita alla ricerca di un metodo per la cura dei disturbi della mente, soprattutto quelli legati alla pazzia; Adalbert McLoudous (1232 - 1262) morto giovane, tentò di annullare la legge dello scambio equivalente volendo creare dal nulla un'ortaggio. Purtroppo si trasformò egli stesso in una melanzana e fu mangiato dalla famiglia della vicina. Nella sua insanezza e stranezza, egli è importante proprio perchè nessun'altro prima d'allora aveva provato ad annullare la legge formulata da Zosimo di Panopoli.
Molto importanti furono, Nicolas Flamel (1330 - 1418) e Perenelle Flamel (1340 - 1415). La data di morte è quella nota ai Babbani, poichè nel mondo magico si sa che entrambi sono arrivati ad un età molto più avanzata grazie alla Pietra Filosofale. Infatti Nicolas Flamel fu l'unico Alchimista a produrre la Pietra Filosofale, stillandone l'elisir di lunga vita e producendo oro in modo oculato. Racconta nelle sue memorie di aver trovato per caso, in un mercato, il famoso "Libro di Abramo", e di aver passato su di esso gran parte del suo tempo fino a che, fulminato da un'improvvisa idea, riprese qualche teoria dal libro "I segreti dell'arte e della natura" di Bacone. Fu cosi che assieme a Perenelle sua moglie riusci a fabbricare la Pietra Filosofale.
Negli anni successivi anche altri Alchimisti provarono a ricreare la pietra filosofale, ma i loro tentativi di ottenere l'aiuto verso Nicolas furono respinti. Tra questi figurano Rouland de Coragnon (1382 - 1433), Dorothea Nion (1389 - 1456) e Saimon Finsand (1411 - 1492). Il primo fu per un breve periodo allievo di Flamel. Da subito però si dimostrò più attaccato al denaro che alla conoscenza e Flamel lo sorprese a rubare le sue formule per la creazione di amuleti in leghe particolari. Dall'anno 1404 Rouland dovette arrangiarsi da solo, e più volte minacciò i coniugi Flamel, tanto che in un prmo momento si pensò fosse lui ad averli trafugati dalla loro tomba per carpirne i segreti. Dorothea invece, fu allieva di Flamel durante i suoi ultimi anni di vita, e cercò di ricreare la Pietra Filosofale più volte senza mai riuscirci, solo alla fine, tuttavia richiese l'aiuto che Flamel le negò. Alla presunta morte dei Flamel ereditò la casa insieme ai loro averi, senza sapere che i due si erano solo trasferiti per fuggire alle continue richieste degli altri Alchimisti.
Dorothea e Saimon, suo figlio, però riuscirono a scoprire un nuovo modo per vivere fino a quando nel 1434 inventarono una nuova formula alchemica per poter rendere i metalli duttili senza bisogno di fonderli.
Nel periodo medievale tutti questi Alchimisti dovevano far fronte a molte richieste: i signori dei vari regni, feudi e ducati cercavano sempre di essere superiori agli altri e per questo ingaggiavano alchimisti, spesso ciarlatani, per arricchirsi, senza pensare che invece erano proprio gli Alchimisti ad arricchirsi, poichè spesso e volentieri l'attrezzatura necessaria per mantenere i propri studi era molto costosa. Alambicchi, forni alchemici, strutture in vetro e cristallo, ampolle, bacili, tutti gli strumenti dovevano essere tenuti in buone condizioni e, soprattutto, in ambienti ottimali.
Come molti Babbani potrebbero pensare, gli studi alchemici non si fermavano di certo alla ricerca della Pietra Filosofale, ma andavano ben oltre questa comune idea.
Sebbene molti Alchimisti non riuscirono mai a ricreare la Pietra, ebbero tuttavia una grande importanza per quanto riguarda le ricerche in campo erboristico, pozionistico, metallurgico etc...
Dalla fine del Medioevo fino ai giorni nostri, gli Alchimisti continuarono a perseverare nello studio della natura e nella ricerca di vari modi per produrre la Pietra Filosofale. Secondo Flamel la via alchemica si realizzava con 7 passaggi, divisi in quattro operazioni, putrefazione, calcinazione, distillazione e sublimazione, e tre fasi, soluzione, coagulazione ed unione. Attraverso queste operazioni la materia passa in diversi stadi variabile da tre a dodici a seconda degli autori di trattati alchimistici, ed è legato al significato magico dei numeri.
I tre stadi fondamentali sono:

  • Nigredo o opera al nero, in cui la materia si dissolve, putrefacendosi;
  • Albedo o opera al bianco, durante la quale la sostanza si purifica, sublimandosi;
  • Rubedo o opera al rosso, che rappresenta lo stadio finale.
Tra i tanti Alchimisti che si sono alternati nella storia nell'intento di trovare il modo di fabbricare la Pietra Filosofale, ci sono Cornelius Agrippa (1486 - 1535) che teorizzava il potere degli elementi e le proprietà dei metalli nel loro stato naturale e Paracelso (1493 - 1541) studioso della natura e delle sue opere.