Greci

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Questi appunti sono di proprietà di Marco (William McBryant), Jessica (Rosmilda Welkentosk) e Simone (Ailbeart McKalleart). Hanno collaborato: Vincenzo (Vincent Stars) e Marco (Gregor Darsel). Ne è vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicita autorizzazione degli autori e senza l'attribuzione della paternità.

Capitolo XI: L'Antica Grecia

La Popolazione magica dell'Antichità, a differenza di oggi, non viveva separata dalla Popolazione babbana, che anzi la teneva in grande considerazione. Nell'Antica Grecia i Maghi e le Streghe erano riveriti come custodi di Templi e luoghi sacri, di cui erano anche Sacerdoti. La conoscenza di questo particoe momento storico è molto nutrita, grazie all'enorme mole di documenti archeologici, letterari ed epigrafici arrivati sino a noi, risalenti dall'VIII secolo a. C in poi. Purtroppo la documentazione riguardante la magia è meno precisa, in quanto questa si confonde con leggende e credenze popolari dei Babbani, che travisavano la funzione di incantesimi e filtri, attribuendo alle volte l'operato di Maghi e Streghe agli Dei.(Non era raro infatti che i Maghi si fingessero Divinità per turlupinare qualche babbano) La Magia di quest'epoca è infatti legata al culto degli Dei: Coloro che disponevano di poteri magici venivano solitamente educati dalla casta dei Sacerdoti, come spesso avveniva in tutta l'antichità. Questi Maghi svilupparono quindi diversi tipi di stregonerie, ognuna legata al culto del Dioche veneravano. Non mancavano tuttavia fattucchieri e streghe alieni alla casta dei Sacerdoti, come vedremo più avanti.

I Greci (o Elleni) erano il risultato di un miscuglio di popoli provenienti da varie parti. Inizialmente erano gente nomade in cerca di nuovi pascoli per le loro mandrie; trovato un posto piacevole, misero radici e divennero agricoltori. E' dunque ovvio pensare che la Magia greca sia nata dall'unione di diverse culture, grazie all'interazione dei Maghi provenienti da ognuno di questi Popoli: non a caso la Magia greca è una delle più poliedriche e complesse culture magiche della storia. Nell'ottavo secolo cominciò il periodo aureo della civiltà greca, quello definito "classico" e caratterizzato dalle città-stato. Questo 'periodo aureo' riguardò anche la Comunità magica,e fu caratterizzato da numerose scoperte. E' proprio da questo frangente che ci giungono i nomi di importanti Maghi del passato, come Andros l'Invincibile, l'unico mago della storia ad essere riuscito ad evocare un Patronus a forma di Gigante; o Herpo il Folle detto lo Schifido, uno dei primi Maghi Oscuri ricordati. Si crede che sia stato lui a dar vita al primo Basilisco, anche se non è noto se lo fece appositamente o inavvertitamente. Fatto sta che fece schiudere un uovo di gallina covato da un rospo, facendo nascere il Re dei Serpenti. Probabilmente Herpo era uno dei primo Rettilofoni, altrimenti non sarebbe stato in grado di controllare la bestia. All'Antica Grecia appartiene anche Falco Aesalon, primo esempio di Animagus documentato, in grado di trasformarsi in un falco.

Una Strega molto famosa dell'Antica Grecia fu di certo Circe, strega dell'isola di Eea , bravissima nell'arte della Trasfigurazione. Siamo a conoscenza della sua storia e delle sue imprese anche attraverso un'opera babbana intitolata l'Odissea. Anche se essa viene considerata un'opera imprecisa e quasi del tutto immaginaria, noi maghi sappiamo che le sue vicenda nascondono un fondo di verità, come in quasi tutte le leggende. Circe, chiamata nell'opera 'La Maga Circe', trasfigurò alcuni babbani approdati sulla sua isola in maiali: è uno dei primi casi registrati di Trasfigurazione Umano-Animale. E' probabile che l'incantesimo che Circe utilizzò fosse un antenato del moderno 'Fermùto', benché ci siano delle controversie tra Studiosi. Alcuni Storici della Magia sostengono che la trasformazione fosse avvenuta per via dell'ingerimento di una particolare pozione durante il banchetto offerto da Circe ai Babbani. La teoria è avvolarata dal fatto che Circe probabilmente utilizzò una seconda pozione, probabilmente un filtro d'amore, per tenere con sè il babbano a capo dell'equipaggio sbarcato sulla sua isola, un tale Ulisse (o Odisseo), lasciandolo libero solo dopo un anno, dopo il concepimento di un figlio.

La disputa non è un mero cavillare su quale abilità, pozionistica o trasfiguratoria, Circe possedesse in maggior misura: è fondamentale per capire come operassero le stregonerie greche. La forma di magia caratteristica praticata dai Greci consistevano in rituali di culto, tenuti rigorosamente segreti, strettamente legati alla religione. Soltanto gli iniziati, i Mystoi, avevano accesso al Mistero. Risalgono al principio del VII secolo i Misteri Eleusini, derivati dal culto di Demetra-Persefone; sono i più noti ed i più antichi culti misterici e venivano celebrati ad Eleusi, nell'Attica. La feste rituali si concludevano generalmente con il sacrificio di un animale, che veniva dilaniato con le mani nude dai partecipanti, che poi ne mangiavano le carni crude: questo era un modo per rendere omaggio al dio e unirsi a lui misticamente. In alcuni particolari culti c'è un interessante elemento, del tutto originale rispetto alla religione greca: il senso del castigo e della ricompensa, che portava a sostenere che l'uomo era padrone del proprio destino ed era la sua condotta a determinarne la sorte. Infine, non si può non citare il più grande mago della Grecia antica:Erodoto, il quale aveva avuto come maestro un mago di una tribù della Persia. In effetti furono proprio i Persiani a insegnare ai Greci molti rituali e incantesimi a partire dal IV secolo a.C.

In questo periodo troviamo una prima suddivisione delle pratiche magiche, che precederà il binomio Magia bianca-Magia nera:pharmakéia, la maghéia e la goetéia. pharmakéia


pharmakéia

la pratica magica legata alla conoscenza delle erbe e dei loro principi medicamentosi.


la maghéia

La pratica di derivazione ermetica, orientale, cabalistica, attraverso la quale l'uomo colto si avvicina ai misteri divini, alla ricerca della conoscenza e della perfezione.


la goetéia

Era invece la cosiddetta magia nera, in nome della quale si compivano i crimini più nefandi. Si raccontavano storie di tombe di giovani violate, di fanciulli rapiti e sacrificati, di orrendi riti di cannibalismo uniti alla più sfrenata ricerca del piacere.

Molti degli incantesimi greci erano legati ancora ad un castaggio di tipo rituale: ne abbiamo un esempio grazie ad Apuleio che nelle sue Metamorfosi descrive una donna nell'atto di compiere riti magici nel chiuso del suo antro-laboratorio:

«Fanno bella mostra membra in gran copia strappate ai cadaveri dopo il compianto funebre e persino dopo la sepoltura: qua nasi e dita, là chiodi di condannati al supplizio della croce con su dei brandelli di carne, altrove fiale contenenti sangue di giustiziati e teschi recisi, contesi alle zanne delle fiere. Successivamente ella recita le formule magiche su delle viscere ancora palpitanti, sparge in espiazione liquidi vari e offre libagioni di vino mescolato. Poi intreccia e annoda tra loro capelli e li pone a bruciare nella brace insieme a una gran quantità di profumi. Ecco che subito l'irresistibile potenza dell'arte magica costringe i Numi a intervenire con la loro occulta energia…

I Greci cominciarono a praticare l'alchimia, la divinazione e l'astronomia. Nella tarda antichità si dissuse anche la pratica della "teurgia", pratica che consiste nell'evocazione di potenze ultraterrene (dei, demoni o angeli) al fine di comunicare o di unirsi a loro traendone benefici spirituali, o di manipolarle per scopi magici. Celebri teurghi dell'antichità furono Ermete Trismegisto, Giuliano il Teurgo e i filosofi Giamblico e Proclo; nel Medioevo Cornelio Agrippa. La pratica, insegnata loro dagli egizi, è stata ripresa in epoca recente da alcuni maghi e movimenti esoterici tra cui possiamo ricordare Aleister Crowley. I Greci scrissero molti trattati sulla magia, molti dei quali sono andati purtroppo perduti.