Cerimonie

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Battesimo Magico Irlandese

Antica cerimonia irlandese per sancire l'inserimento del bambino nella comunità magica e attribuire al nuovo nato dei padrini. Questa cerimonia si esegue solitamente entro il primo anno di vita del bambino, ma non ci sono limiti temporali che vietino la cerimonia venga svolta anche in seguito.

Partecipanti

  • il bambino
  • almeno uno dei genitori
  • la madrina o il padrino designati
  • un testimone.

La cerimonia può essere più o meno privata e comprende da un minimo delle quattro persone citate a un numero notevolmente esteso di partecipanti (familiari e amici). Il mago scelto come Testimone è a discrezione dei genitori e avrà il compito di guidare la cerimonia; se nell'antichità era un Druido a svolgere tale mansione, al giorno d'oggi si è soliti - ma non è obbligatorio - attribuire questo ruolo al membro più anziano della famiglia.

Svolgimento

La cerimonia inizia nel momento in cui il Testimone fa disporre i presenti in cerchio, attorno ad una piccola vasca - simile al fonte battesimale cattolico - riempita d'acqua di sorgente. Il bambino viene passato tra le braccia dei Genitori che hanno modo di pronunciare la frase di rito corrisponde ad un augurio gaelico o inglese [ Slainte mhor agus a h-uile beannachd duibh - Good health and every good blessing to you! ]. Dopo di che, tocca al Padrino. Mentre questo avviene il Testimone disegna con la punta della bacchetta illuminata da un Lùmos le rune Gebo - Algiz - Othala (rispettivamente fortuna, purezza, unione familiare) sull'acqua. Il Padrino (o la Madrina) si avvicina poi al Testimone perché questo possa bagnare la testa del bambino, dopo di che il Padrino esegue l'Incantesimo delle Tre Sfere attraverso il quale si mostra metaforicamente pronto a svolgere il ruolo di guida nella vita del nuovo nato. A quel punto il Testimone rivolge la propria bacchetta verso il cielo e segna il termine del rituale.

La cerimonia prosegue liberamente, gli ospiti di solito scelgono di rendere omaggio in qualche modo al nuovo arrivato, con doni o sfoggio di particolari doti magiche, seguono danze irlandesi e solitamente un rinfresco che prosegue fino alla sera.

Unioni magiche e Cerimonia d’Unione

Sono il corrispettivo magico dei matrimoni religiosi dei Babbani. C’è una distinzione molto precisa tra le Unioni magiche e le Cerimonie d’Unione, per il semplice motivo che la Cerimonia d’Unione è priva di alcun valore legale. Solo l’Unione magica viene ritenuta valida dal Ministero della Magia.

Unione Magica

L’Unione magica è un processo prettamente burocratico, in cui le due, tre, o più persone che sono interessate ad unirsi firmano una serie di documenti che regolano la loro nuova vita insieme – si tratta di svariati tipi di documenti, che gestiscono l’unione del patrimonio, il cognome della famiglia che andrà a crearsi e ogni dettaglio simile. Pur non essendo un processo particolarmente entusiasmante a cui assistere, si è soliti invitare parenti e amici. A conclusione dell’Unione, è tradizione che tutti gli invitati facciano ‘esplodere’ luci colorate dalle bacchette.

Separazione

Nel malaugurato caso le persone che si sono in questo modo Unite dovessero decidere di non voler più essere Unite, esiste la possibilità di separarsi. La Magica Separazione non è di base dissimile dall’Unione magica. Si tratta sempre di un processo burocratico in cui le persone che vogliono separarsi firmano una serie di documenti in cui si accordano sulla divisione dei beni, sull’eventuale cambio del cognome, sull’eventuale gestione dei figli. Nel caso le persone coinvolte non riuscissero ad accordarsi, è possibile richiedere l’intervento di un Ministeriale come Giudice. Nel raro caso in cui uno dei partecipanti all’Unione non sia più in grado di intendere e di volere, i suoi parenti più prossimi possono richiedere la Magica Separazione al suo posto. In questo caso è sempre necessario l’intervento di un Giudice.

Cerimonia d'Unione

La Cerimonia d’Unione è priva di valore legale, solitamente fatta da quelle persone che non ritengono la mera firma di documenti simbolicamente soddisfacente per rappresentare l’inizio di una nuova vita. Per questo motivo, sia il rito che la cerimonia sono altamente personalizzabili in base ai gusti degli sposi. C’è comunque una cerimonia di base tradizionale su cui la maggior parte dei matrimoni si basa. Il rito comincia sette giorni prima il giorno della Cerimonia vera e propria. Gli sposi si purificano dallo stress e dai pensieri negativi attraverso l’utilizzo dei quattro elementi principali (fuoco, acqua, aria, terra). In base alle loro credenze, alcuni uniscono a questi atti anche una serie di preghiere alle divinità. È molto importante giungere al giorno del matrimonio con una mente serena, tanto che la maggior parte degli sposi tendono a ritirarsi in luoghi sereni e quieti in questa settimana di purificazione. L’inno è molto variabile, può essere pronunciato in diverse lingue, essere dedicato a diversi tipi di divinità, essere rivolto ad un diverso numero di partner. In ogni caso due sono i riti più comuni:

Primo Rito cerimoniale

Il primo rito prevede solo e soltanto l’intervento degli sposi, che a turno, o in coro, recitano un inno che, ad esclusione di variazioni sempre possibili, è come segue:

“Sei Sangue del mio Sangue e Ossa delle mie Ossa,

Ti dono il mio Corpo così che due diventino Uno,

Ti dono il mio Spirito, fino alla fine della nostra Vita.”

Secondo Rito cerimoniale

Il secondo rito prevede l’intervento di una figura ‘esterna’ agli sposi, che può essere una figura religiosa o un semplice amico, che pone delle domande a cui gli sposi, a turno o in coro, rispondono. Il percorso, ad esclusione di variazioni sempre possibili, è come segue:

“Siete qui davanti alla vostra famiglia, e ai vostri amici, e a voi stessi, per unirvi attraverso questa Cerimonia, nella piena libertà della scelta?”

“Sì.”
“Accettate il compito che questa Cerimonia vi affida, di amare e rispettare il vostro sposo, di prendervi cura di lui, di ascoltarlo e supportarlo, di essere la sua ancora e la sua colonna, di essere forte quando lui sarà debole, di perdonarlo quando lui sbaglierà, di stargli accanto fino alla Morte?”
“Sì.”
“Accettate di essere parte di lui e che lui sia parte di voi, fino a quando la Morte non sopraggiungerà?”

“Sì.”

A conclusione dell’Inno, gli Sposi evocano i loro Patronus, così da farli incontrare. Una persona esterna agli sposi, solitamente coincidente con colui che ha interrogato gli sposi se presente, crea un nastro solitamente rosso che unisca gli sposi. Spesso gli invitati, per spirito di partecipazione, fanno ‘esplodere’ luci colorate dalle bacchette.

Curiosità

È comune per Hit Wizard ed Auror sposarsi in divisa.