Rituali oscuri

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Ruota di Grèèfwàl

Permette di generare o scatenare epidemie. L'ultima volta che questo fu usato la peste dilagò in una città italiana, Milano, mietendo migliaia di vittime. Il rituale della ruota di Grèèfwàld è considerato quello più pericoloso e allo stesso tempo disgustoso dell'intera raccolta Orrificum kros di Ignatius Orrin, in quanto per eseguirlo è necessaria una quantità di elementi decisamente poco gradevoli.

Ruotadigreefwald.png

Innanzitutto il simbolo, la ruota divisa in otto parti con i due occhi e i sei cerchi, va tracciato con sangue umano. Sangue umano che va prelevato personalmente dalla vittima, a cui in un secondo momento andranno esportate sei parti da porre nei rispettivi cerchi. Nel Medioevo si era soliti porvi organi quali il cuore, i polmoni e i reni, ma col tempo tra gli Stregoni si diffuse l'usanza di spartire la carcassa in sei parti, in maniera da utilizzare tutto il corpo, con la speranza di generare la malattia suprema, la morte. Un morbo che avrebbe ucciso all'istante, ma che fortunatamente non fu mai generato. Utilizzando il corpo di una Persona già malata è possibile diffondere una specifica malattia e non una casuale, come accadrebbe con un individuo sano.
Una volta riempiti i sei cerchi va pronunciata la formula. L'esecutore deve sdraiarsi a terra, poggiando la testa tra il simbolo dei due occhi. Gli arti vanno disposti su di essi. E qui va recitata la tiritera:

Aegridiò implixio zuterò cruenter
untio morbo kronsacri
succresciò majetos
ulcus percrebrescae implix
horton exsecror.
Cruxio mannàt urcrescenzi exsecror
Ummia domun scenzìt impervì.

Man mano che la formula viene recitata la ruota si librerà in aria, e assieme a lei le parti della vittima e l'esecutore stesso, che ruoterà a mezz'aria tornando in posizione eretta. Portate le mani lungo il busto, dovrà continuare a recitare la formula alzandole lentamente, fino a puntare la palme verso il cielo, per poi incrociare gli arti superiori e separarli immediatamente. In questo momento la ruota imploderà, scomparendo. Solo uno dei sei organi rimarrà integro, illuminato d'oro e sospeso davanti al Mago. Quello è il portatore "sano" della malattia.

I suoi usi sono molteplici:

  • scioglierlo nell'acqua. Infatti dopo il rituale l'organo o la parte del corpo stregata rivela la capacità di sciogliersi in qualsiasi liquido che non sia di tipo alcolico, anche se non se ne capisce bene il motivo;
  • farlo mangiare a qualcuno in maniera che sia l'assuntore a spandere il morbo;
  • gettarlo nel fuoco e spargerne le ceneri per le strade delle città o del luogo da infettare;
  • nasconderne una parte all'interno di un qualsiasi oggetto. Dopo diciassette ore di contatto la vittima viene contagiata.

Fràtunitàr mostruor

Anch'esso trascritto nell'Orrificum Kros, permette di unire in un unico corpo uno o più esseri umani, sovrapponendo teste, arti, e lasciando il torace come unico punto comune. Non si possono solo unire persone con persone con quest'incantesimo, ma anche una singola persona con singole parti di esseri umani. È uno dei riti del libro più utilizzato durante l'età classica, e proprio da esso derivano le leggende su creature o uomini a più teste o con molteplici braccia. Non funziona con gli animali.
Dopo aver tracciato sul pavimento il simbolo rituale con del semplice gesso o preferibilmente con della polvere d'oro i due o più Maghi che intendono eseguire l'incantesimo devono posizionarsi nei rombi intrecciando le proprie mani e chinando il capo in direzione del cerchio più grande, noto come l'occhio dell'eterozigote.

Fratunitar.png

Nei due cerchi ai lati del simbolo, invece, vanno posizionate due candele, il cui stoppino non va assolutamente acceso.
Va quindi enunciata la formula, in coro:

Uniquì ot osiam truyendis iperiv
monossiuw corriaceo.
Tungesdo foriam uventy san.
Du bistract ionitìo secèrn.

Le candele verranno accese dal potere magico derivato dall'inizio del rituale, e cominceranno a consumarsi molto più rapidamente del normale. Quando anche l'ultima strofa sarà enunciata saranno rimasti solo pochi rimasugli di cera, subito sostituiti da due colonne di luce blu elettrico. I castatori ora, alzando le braccia al cielo senza sciogliere le mani da quelle degli altri, dovranno attingere a queste scariche di energia ripetendo la penultima strofa della formula:

Tungesdo foriam uventy san

A questo punto le due colonne si espanderanno fino a formare una vera e propria barriera di luce, che ingloberà i presenti. Ed è in questo momento che andrà a formarsi l'Ibrido, l'orrida creatura derivata dall'unione di quegli esseri umani, trasportato nell'occhio dell'eterozigote.

Per aumentare il numero di partecipanti al rituale basta semplicemente aggiungere uno o più rombi, anche se in questa maniera la difficoltà per eseguirlo sale inevitabilmente. Per castarlo è necessaria una grande forza di volontà, e qualora mancasse si potrebbero verificare imprecisioni. Ad esempio un Mago potrebbe cedere all'altro esclusivamente la testa o un braccio. È possibile anche diventare folli o riscontrare gravi crisi di personalità.

Può essere scisso con un rituale molto complicato riportato alla fine del libro.

Torquèò simulacrum

Viene utilizzato per torturare qualcuno senza ricorrere all'uso di qualsiasi voglia strumento. A differenza della maledizione Cruciatus permette di manipolare il corpo del malcapitato infliggendo un dolore diverso a seconda della posizione delle mani dell'esecutore. Non può assolutamente portare alla morte, probabilmente per la presenza del sangue di unicorno nella preparazione. È una specie di blocco, un divieto. Tuttavia chi è sottoposto al torqueò simulacrum non è immune alla follia. Era usato sopratutto dai Re dell'antica Persia, in quanto erano gli unici a potersi permettere i costi di una caccia all'unicorno.

Simulacrum.png

Il liquame necessario per disegnare il simbolo va preparato miscelando in una ciotola d'argilla della polvere di carbone, polvere di diamante, poche gocce di acqua di fonte, sangue di unicorno, e radice di tapioca. Tracciato il simbolo a terra bisogna attivarlo con la formula riportata qui sotto, facendo correre il palmo della mano sullo stesso senza però sfiorarlo.

Torqueò cruxiotior simulacri
Immùtò toricrot
sator impodimiò unicro.
ircalumis òtummi rotas.

Illuminatosi di rosso sangue, è quindi pronto per adempiere al suo triste scopo. La vittima, posizionata nell'ultima delle cinque circonferenze, sarà nelle mani di chiunque si trovi all'interno delle due circonferenze più piccole.
Questo con semplici mosse delle falangi potrà far levitare la vittima, strapparle gli abiti di dosso, tirarle i capelli, far muovere arti e braccia in maniera convulsa, comprimere la cassa toracica ecc.., senza doversi preoccupare di impedirne la fuga. Infatti, senza un suo preciso ordine, questa sarà impossibilitata a uscire dal simbolo del rituale.
Per eseguire questa sorta di incanto voodoo serve una forte forza di volontà e uno spassionato desiderio di causare dolore. Le falangi delle mani verranno bloccate da una forza invisibile ogni qual volta si sfiori la soglia di rottura di un arto o di qualche osso. Nonostante ciò il dolore che ne deriva è capace di far impazzire la vittima, se sottoposta ad esso troppo a lungo.

Rituale del Malocchio

A differenza di molti rituali oscuri, questo rituale è semplice e "casalingo", proprio perché ha origini popolari ed è stato tramandato tra le famiglie. Meno efficace del Malocchio attivo, ha dalla sua la costanza e la durata nel tempo, caratteristiche che lo rendono la versione più subdola e pericolosa di Malocchio. Consulta questa pagina per tutti gli approfondimenti.

Rituale dell'Evocazione Demoniaca

Questo rituale è caratteristico dei Negromanti, ma può essere eseguito da qualsiasi Mago Oscuro ne abbia approfondito gli studi. Parte dal presupposto che la maggior parte dei Demoni può essere evocata, con il giusto sacrificio. Un Demone evocato correttamente obbedirà agli ordini del suo evocatore, qualsiasi essi siano. Tuttavia i rischi nell'eseguire questa pratica oscura sono alti ed è per questo che l'Evocazione Demoniaca va studiata e ponderata.

Essendo basato sull'Aritmanzia, prevede un campo di attivazione ottagonale (ottagono regolare) inscritto in un cerchio, il tutto a simboleggiare un cancello (1) verso le tenebre (8). La figura va prima tracciata col sangue del mago che esegue il rituale, per garantire la lealtà della creatura che ne verrà evocata, e poi "ricalcata" con un incantesimo signante. Al centro della figura va posto un sacrificio, quello che si ritiene più gradito al tipo di Demone che si cerca di evocare. Possono essere animali, esseri umani, ma anche offerte di cibo oppure oggetti simbolici o magici.
Gli angoli interni dell'ottagono vanno signati con le seguenti rune: Inguz (portale), Laguz (evocazione), Raido (sacrificio), alternate ai seguenti numeri: 8 (tenebre), 27 (demone), 16 (fedeltà), concludendo il giro con la ripetizione del 16 e di Inguz. Solo quando tutto questo è pronto, bisogna recitare la seguente formula per attivare il rituale di evocazione:

Ex tenebris te inclamo! (nome del demone) Convocatus!

L'esecuzione di questo rituale è sempre qualcosa di delicato e complesso. Alla sua riuscita, il campo di attivazione si infuocherà con fiamme che bruceranno per tutta la durata dell'evocazione, fino alla completa comparsa del Demone. Se il sacrificio non è di gradimento al Demone o se il sangue utilizzato per tracciare il campo era troppo poco, il Demone si ritorcerà contro l'evocatore. Se invece l'evocazione fallisce a causa di errori, incongruenze o focalizzazione sbagliata nella fase di tracciatura di rune e numeri, gli effetti potrebbero essere molteplici: da ustioni e bruciature, allo scambio permanente di tratti somatici e corporei con quelli del demone stesso (poiché questo rituale ha punti in comune con quello dello Scambio), alla morte nei casi più estremi.

Demoni evocabili conosciuti

Batmole, Bedim, Dubaku, Erinni, Lebvog, Larve, Periton, Shadem, Rag'nak(solo Maestri del Saio)