Quedatenunca

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Materia: Programma di Erbologia · Teoria sull'erbologia
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Quedatenunca
Nome botanico Quedatenunca
Nome popolare Quedatenunca
Famiglia Mannare
Descrizione Pianta molto piccola, arriva circa ad altezza caviglie, dal colore grigio/argento. Ha grosse foglie pastose, come il gambo cosparse di piccole spine, quasi come le ortiche. Si attacca anche agli abiti se ci si sfrega contro. All'apparenza fragile, innocua e bella. Le radici brillano un po' e assomigliano al sangue d'unicorno.
Periodo Mensile
Clima Temperato
Luogo Spagna – Foreste Magiche, zone più oscure, solitamente in mezzo ad arbusti bassi.
Tossicità Alta
Tempo di lavorazione Sconosciuto
Proprietà Le spine, per quanto sottili, provocano minuscoli taglietti con cui il veleno entra in circolo. Ci mette circa una settimana a immettersi completamente nel sangue e, dopo questa, in tre giorni diventa letale. Nella settimana di incubazione provoca un malessere del sistema nervoso, che diventa instabile e incontrollabile, creando un tremito continuo e sempre peggiore ( come il Parkinson ). È preannunciato da sintomi simili all'influenza, come stanchezza, perdita d'appetito e febbre. Una volta in circolo, attacca tutti gli organi, mandandoli in collasso, fino a terminare con polmoni e cuore, provocando una morte lenta e dolorosa.
Note I primi segni di questa strana malattia si hanno già nel periodo in cui i romani cominciarono a conquistare il territorio spagnolo. Gli allora sacerdoti-guerrieri, dotati di poteri magici, erano mandati in avanscoperta nelle Foreste considerate magiche e alcuni di loro tornavano afflitti da una “malattia” reputata incurabile. Nei secoli, comunque, i casi rimasero abbastanza sporadici, proprio perchè è una pianta che vive solo una notte e difficile da scovare. Per molto tempo il suo veleno veniva considerata una maledizione, utile a tenere i bambini lontani dai boschi. I casi cominciarono ad intensificarsi quando la comunità Mannara divenne più presente sul territorio: tipico dei licantropi era infilarsi in queste Foreste, correndo e quindi graffiandosi involontariamente. Proprio perchè succedeva a coloro che venivano considerati “mostri”, l'interesse sociale rimase molto basso, non fomentando la ricerca di un antidoto efficace. A studiare il caso per la prima volta fu un alchimista medievale, il cui motivo d'interesse rimane tutt'ora sconosciuto. Fu il primo a registrare la presenza di questa piantina, che chiamò con il nome che il popolo dava alla malattia: quedatenunca, cioè “mai fermo” oppure “non restare”. Fu lo stesso a creare il primo antidoto, seppur imperfetto: mancava infatti un elemento, che non trovò mai, e seppur evitando la morte dell'infetto, a questo rimaneva un costante tremito del corpo e, di conseguenza, incapacità motoria e/o magica. Usando le stesse radici della pianta, l'alchimista fu in grado inoltre di creare un inchiostro velenoso all'olfatto, del quale ne viene riscontrata la presenza in diversi passaggi storici, soprattutto riguardo misteriose morti reali o omicidi.
Effetto primario Velenosa
Nella serra di Hogwarts
Trattamento