Erbologia (teoria)

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Erbe.png Pagina Principale: Libro delle Erbe
Materia: Programma di Erbologia · Teoria sull'erbologia
Pagine correlate:Preparati erbologici · Nuove invenzioni
La seguente voce è stata sviluppata dall'utenza di MondoHogwarts e dai diversi docenti di Erbologia negli anni, talvolta partendo da zero, talvolta basandosi sulle informazioni fornite da J.K. Rowling oppure reperibili su internet. Ne è vietata la riproduzione.




Primo Anno

Le Erbe Magiche

Le Erbe Magiche si differenziano dalle normali Erbe per dei caratteri particolari che le rendono uniche al mondo ed utilizzabili solo nel mondo magico. Queste proprietà possono essere benefiche o meno, ma ciò che è importante ricordare è che nessuna di queste piante deve entrare in contatto con i Babbani, come previsto dallo Statuto di Segretezza.

Categorie delle Erbe

  1. Erbe Comuni: Sono piante che nascono spontanee in tutto il mondo ed i quali effetti non sono particolarmente incisivi.
  2. Piante da Rimedio: Sono piante che vengono utilizzate per le loro proprietà benefiche in diversi modi per ottenere giovamento.
  3. Semi e Piante Semplici: Sono piante comuni che nascono sia spontanee che in cattività principalmente innocue ed utili.
  4. Antropomorfe: Sono piante che hanno caratteristiche simili all'essere umano.
  5. Alteratrici di Status: Sono piante che alterano lo status fisico dell'essere umano.
  6. Carnivore: Sono piante spesso pericolose che si nutrono di altri esseri viventi.
  7. Velenose: Sono piante pericolose e a volte letali che secernono spore dannose per gli esseri viventi, a volte solo per una determinata razza, a volte per tutti.
  8. Pericolose: Sono piante pericolose per l'essere umano e non solo.
  9. Parassiti: Sono piante che non possono vivere senza l'ausilio di un altro essere vivente.
  10. Funghi: Sono piante unicellulari che si sviluppano in particolari condizioni climatiche.
  11. Trasformanti: Sono piante che trasformano una parte del corpo dell'essere vivente.

Le Piante Semplici

Le Piante Semplici sono piante spesso innocue i cui effetti non sono molto dannosi per l'uomo. Sono facili da accudire, concimare e travasare; ma soprattutto sono le fondamenta per un'approfondita conoscenza della materia. Spesso semplicemente ornamentali, hanno il compito di accompagnare ogni amante lungo la strada dell'erbologia.

Secondo Anno

I Rimedi: definizione

I Rimedi sono risorse utili a favorire il ripristino dell'equilibrio psico-fisico. Vengono considerati rimedi, indipendentemente dalle peculiari caratteristiche di ognuno di essi, solo quei sistemi di cura capaci di sostenere la fisiologica attività dell'organismo.

Azione di un Rimedio

  1. Rimedio generale, che opera in tutto il corpo.
  2. Rimedio locale, che opera solo in una parte.
  3. Rimedio eroico, che si presume capace di operare un'azione risolutiva in un caso clinico assai grave.

Differenza tra Rimedi e Antidoti

Il Rimedio, come già detto, aiuta a ristabilire un equilibrio psichico-fisico dell'individuo e può essere utilizzato anche contro i malesseri generali. L' Antidoto invece è una sostanza in grado di contrastare un avvelenamento avvenuto per diverse motivazioni: esposizione a spore velenose, assunzione di un veleno.

Desideri e Necessità

Le parole desiderio e necessità devono essere affrontate in questo caso non nel senso letterale del termine ma dal punto di vista erbologico. La differenza sostanziale tra i due termini è che il desiderio non è strettamente necessario, mentre una necessità implica qualcosa di urgente senza la quale non si può fare a meno. Esistono due categorie di piante, chiamate Piante dei Desideri e Piante delle Necessità che possono aiutare il mago nella sua vita in modi ben diversi.

Le Piante dei Desideri esaudiscono un bisogno temporaneo, un vizio, e se non usate correttamente possono avere gravi conseguenze. Le Piante delle Necessità aiutano gli esseri viventi in diversi step della loro vita e sono, spesso, indispensabili.


Preparazione di un Rimedio

La preparazione di un Rimedio varia a seconda della sostanza utilizzata. In linea del tutto generale, se la sostanza è solubile in acqua si ricorre alla cosìddetta Mistura Madre, se la sostanza è solida e quindi non solubile si ricorre alla Triturazione. La preparazione dei rimedi deve seguire procedimenti ben codificati che ne garantiscano l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.

La Mistura Madre si ottiene per macerazione della pianta in soluzione idroalcolica. Si definisce “madre” perché nasce prevalentemente come base per altre preparazioni, ma è importante ricordare che anche essa stessa può rappresentare una preparazione.

La soluzione idroalcolica è una miscela di acqua distillata o depurata e di alcool etilico. La gradazione alcolica della soluzione dipende dal tipo di pianta ed in genere ne viene utilizzata una che oscilla tra 25° e 65°.

La Triturazione viene utilizzata quando è necessario ottenere da piante essiccate o dai loro semi una polvere finissima. Avviene tramite l'utilizzo di attrezzi chiamati mortai che possono essere di diverso materiale. Dopo aver posizionato all'interno del mortaio l'ingrediente desiderato è necessario usare una certa forza per ottenere una polvere finissima che può esser utilizzata in molti modi successivamente.

Utilizzo di un rimedio

Il rimedio dev'essere effettuato con precisione e non se ne deve abusare. A seconda del tipo di rimedio è possibile assumerlo in diversi modi:

  1. Ingestione: tramite distillati, bevande e pozioni.
  2. Contatto: tramite unguenti e misture.
  3. Inalazione: tramite il fumo derivato dalla combustione di determinate piante.

Piante Mitologiche

Miti e leggende raccontano le piante in una veste misteriosa, avvincente e coinvolgente tanto da suscitare fascino ed interesse rispetto alle loro proprietà terapeutiche e cosmetiche. Ogni pianta ha una sua storia, generalmente legata alla mitologia greca. Eccone alcune:

  1. Piante aromatiche: Alloro, Camomilla, Rosmarino, Menta, Salvia, Timo, Ulivo
  2. Piante greche: Anemone, Girasole, Afrodite, Narciso
  3. Piante fiabesche: Lavanda, Fiordaliso
  4. Piante pericolose: Selenia

spesso utilizzate per rimedi e pozioni, gli effetti delle piante mitologiche risiedono nello stesso mito tramandato nei testi antichi. Sono stati numerosi i maghi e le streghe che hanno studiato e mescolato gli effetti delle piante mitologiche cercando di scoprirne l'origine del potere mistico, superiore al tempo, pertanto la letteratura sull'argomento si può considerare oggi estremamente variegata.

Terzo Anno

Le Antropomorfe: definizione

Le Antropomorfe sono quelle piante che presentano caratteristiche più o meno simili all'essere umano. Si possono dividere in due macrogruppi:

  1. Le Antropomorfe fisiche: prevedono una visiva somiglianza della pianta con ratti dell'essere umano, quindi si possono trovare gambe, braccia, simil volti oppure piccole mani.
  2. Le Antropomorfe comportamentali: prevedono un comportamento o un atteggiamento simile all'essere umano che può essere il pianto, la respirazione o semplicemente un modo di agire.

L'antropomorfa per eccellenza è la Mandragola che è sia un'Antropomorfa fisica, sia un'Antropomorfa comportamentale.

Differenza tra Antropomorfe, Pericolose e Creature Magiche

La differenza tra queste tre categorie apparentemente è abissale, ma è più facile di quanto si pensa confonderle ed è quindi necessario imparare bene i caratteri che hanno.

  1. Le Antropomorfe, come già detto, hanno solo delle caratteristiche umane ma rimangono a tutti gli effetti delle piante. I loro effetti possono essere più o meno gravi (nel caso della Mandragola mortali).
  2. Le Pericolose sono piante che non necessariamente rientrano all'interno della categoria delle Antropomorfe. Per dicitura, una pianta pericolosa, è una pianta che mira alla salute del singolo individuo tramite spore, atteggiamenti e trappole.
  3. Le Creature Magiche sono esseri viventi in tutto e per tutto, sono animali che hanno un loro carattere, una loro particolarità e che soprattutto non si riproducono tramite spore. Sono, appunto, animali a tutti gli effetti.

I punti deboli delle Antropomorfe

Il punto debole di un'Antropomorfa nella maggior parte dei casi è il carattere che rende la pianta simile all'essere umano. Occorre prestare molta attenzione in presenza di questa categoria di piante e tramite un'attenta osservazione è facile trovare il loro punto deboole.



Le Trasformanti

Le Trasformanti non devono essere scambiate per le Antropomorfe. A differenza di quest'ultime, le Trasformanti appaiono come normalissime piante con caratteri particolari (colori o luoghi ben precisi), ma la loro assunzione provoca la trasformazione effettiva del corpo del mago che l'assume. La trasformazione che è sempre temporanea e può essere più o meno drastica. Ciò che è fondamentale ricordare è che le trasformanti possono avere grossi effetti collaterali.

Caratteri delle Trasformanti

Sono tipicamente piante innocue e facili da recuperare. Ciò che si deve ricordare è che una trasformante agisce solo su un carattere ben preciso e la sua azione è fortemente influenzata dalla sua crescita e dal luogo in cui sono nate. È fortemente sconsigliato l'utilizzo di due trasformanti assieme.

Quarto Anno

Le alteratrici di status: definizione

Le alteratrici di status sono quelle piante che creano uno status momentaneo attraverso le loro spore. Lo status può essere più o meno grave e nei casi più estremi.

Azione dell'alterazione dello stato fisico e mentale

L'azione dell'alterazione avviene come già detto attraverso le spore delle piante. Queste spore, prodotte dal cuore della pianta e messe in circolo tramite i pistilli, vagano nell'aria ed entrano in contatto col mago proprio tramite questo veicolo. Le spore delle alteratrici hanno una composizione chimica tale che si sviluppino all'interno del corpo umano attecchendo temporaneamente nelle cellule, così che queste vengano modificate. A seconda del tipo di alteratrice e a seconda della quantità di spore avviene un'alterazione più o meno grave.

I punti deboli delle alteratrici

Come ogni pianta, anche le alteratrici di status hanno un punto debole che è facilmente riconoscibile previa un'attenta osservazione. In genere, il punto debole è proprio il fiore stesso dal quale vengono emesse le spore. Senza le spore infatti risultano piante innocue.

Riportare alla normalità di status

Ci sono due modi per riportare alla normalità uno status, applicabili a seconda del tipo di pianta e dalla gravità dell'alterazione:

  1. Allontanarsi dalla pianta il prima possibile ed attendere che l'alterazione passi, stando sempre attenti di avere una compagnia che non è stata contagiata.
  2. Utilizzare le foglie dell'alteratrice stessa come rimedio. Spesso infatti il rimedio all'alterazione è sempre la pianta stessa, anche se difficilmente le foglie possono essere assunte senza esser lavorate. È necessario quindi conoscere molto bene la pianta ed i metodi di macerazione e lavorazione.

Quinto Anno

I Parassiti: definizione

Il parassitismo è una forma di interazione biologica di natura trofica (riguardante quindi la nutrizione), fra due specie di organismi di cui uno è detto parassita e l'altro ospite. È una forma di simbiosi, ma a differenza della simbiosi per antonomasia, il parassita trae un vantaggio a spese dell'ospite creandogli un danno biologico più o meno grave. Il parassita si riconosce per quattro punti fondamentali:

  1. È privo di vita autonoma e dipende dall'ospite a cui è più o meno intimamente legato da una relazione obbligata.
  2. Ha una struttura anatomica e morfologica semplificata rispetto all'ospite.
  3. Il suo ciclo vitaleè più breve di quello dell'ospite e si conclude prima della morte dell'ospite.
  4. Ha rapporti con un solo ospite.

Esistono diversi tipi di parassiti:

  1. Parassita facoltativo: in grado di vivere autonomamente ricorrendo solo in caso di bisogno alla pianta ospite.
  2. Parassita obbligato: incapace di vivere autonomamente, sopravvive solo grazie all'ospite dal quale è dipendente in tutto e per tutto
  3. Parassitoide: termina il suo ciclo vitale oppure la fase parassitica del suo ciclo vitale causando la morte dell'ospite.

Liberarsi dalle Parassitarie

Una parassitaria quando attacca una pianta ospite lo fa per stretta necessità e rimarrà attaccata alla pianta per stretta necessità. Sarà tuttavia la pianta parassitaria a morire prima della pianta ospite che, a sua volta, può andare incontro a morte e decomposizione. Ogni parassitaria ha un modus operandi diverso ed un'azione diversa che devono essere conosciute alla perfezione. Spesso è difficile staccare la parassitaria dall'ospite stessa ed in alcuni casi l'allontanamento della parassitaria non blocca l'espansione. Ci sono alcune parassitarie che si espandono molto più facilmente di altre e che sono impossibili da eliminare. I metodi più usati prevedono la morte del parassita al fine della sopravvivenza dell'ospite, oppure un'inganno che prevede ne prevede l'allontanamento.

Licheni e Parassiti: affinità e differenze

Per quanto simili, i Licheni ed i Parassiti hanno una differenza fondamentale: il primo non è nocivo, il secondo sì.

I Licheni vivono un rapporto simbiotico con la pianta ospite. In quanto incapace di sopravvivere senza l'ausilio di una pianta, il lichene instaura questo rapporto nel quale da qualcosa alla pianta e allo stesso tempo la pianta da qualcosa a lui. È un rapporto di convivenza pacifico che può durare molto a lungo.

I Parassiti come già detto hanno un rapporto nocivo con la pianta ospite che spesso la porta alla morte.

I funghi: definizione

I funghi sono organismi che hanno specifiche caratteristiche:

  1. Alimentazione eterotrofa
  2. Completa mancanza di tessuti differenziati e di elementi conduttori
  3. Sistema riproduttivo attraverso elementi detti spore.

I funghi si possono riprodurre in maniera asessuata o in maniera sessuata attraverso la produzione di spore dette endospore, come avviene per la maggior parte di essi. Le spore possono essere prodotte in maniera sessuata, attraverso la fusione di due o più nuclei, o asessuata, senza che ciò avvenga.

La riproduzione asessuata può avvenire per:

  1. Scissione binaria: consiste nella divisione della cellula madre in due cellule figlie uguali, con lo stesso patrimonio genetico attraverso un processo chiamato mitosi.
  2. Gemmazione: le cellule figlie compaiono come protuberanze della cellula madre dalla quale poi si possono distaccare diventando autonome o possono restare attaccate formando una colonia.
  3. Frammentazione: distacco di una parte più o meno sviluppata che si accresce in maniera indipendente.

La riproduzione sessuata è subordinata alla produzione di spore che vengono diffuse attraverso il vento, l'acqua o gli insetti.

Tutti i funghi sono eterotrofi, cioè ricavano le sostanze nutritive dall'ambiente esterno assorbendole attraverso le pareti e rivestono un ruolo ecologico importantissimo perché sono in grado di decomporre il materiale organico presente nel terreno. Questa loro caratteristica li costringe ad un tipo di vita dipendente che si può differenziare in tre modalità, distinte in base ai rapporti del fungo stesso: saprofitismo, parassitismo e mutualismo. A seconda delle loro esigenze nutritive i funghi si dividono in:

  1. Saprofiti: degradano sostanze non viventi di origine animale o vegetale in composti meno complessi. Non esiste composto organico che i funghi non riescano a degradare.
  2. Parassiti: si nutrono di organismi viventi, portandoli a volte gradatamente a morte.
  3. Simbionti: forme di parassitismo controllato in cui una specie si avvantaggia dell'ospite e questi trae vantaggio dalla contaminazione col “parassita“.

Raccogliere i funghi

I funghi devono essere raccolti prestando attenzione al micelio sottostante. Non esiste una regola assoluta per la raccolta dei funghi, ma dei criteri che di volta in volta saranno adattati al tipo di fungo e al tipo di terreno. È buon criterio lasciare sempre qualche esemplare affinché possa maturare e produrre le spore necessarie per potersi riprodurre. All’atto della raccolta è meglio non tagliarli alla base; è più corretto usare tutte e due le mani: con una si torce e si fa ruotare delicatamente la base del gambo del fungo esercitando contemporaneamente una trazione verso l’alto, e con l’altra si tiene fermo il terreno sottostante in modo da non raccogliere insieme al fungo anche una zolla di terriccio, spezzandone in tal modo il micelio.

Sesto Anno

Le Carnivore: definizione

Le piante carnivore sono piante che intrappolano e consumano protozoi ed animali, al fine di ottenere i nutrienti essenziali per la loro crescita. Sono delle piante erbacee, che in risposta alla carenza di nutrimenti nel loro habitat, si sono adattate a ricavare le sostanze nutritive dalla digestione delle proteine degli animali. Questi vengono catturati per mezzo di trappole più o meno efficienti che derivano generalmente da foglie modificate. Le piante possono essere carnivore nel vero senso della parola, quindi nutrirsi di esseri viventi (in alcuni casi anche altre piante) oppure in senso lato, attraverso il nutrimento della linfa vitale.

I punti deboli delle Carnivore

Come ogni pianta, tramite un'attenta osservazione è possibile capire qualsiasi tipo di punto debole. In generale comunque, il punto debole della carnivora è proprio la sua fame: basta distrarla da essa per farla diventare molto meno pericolosa.

Le Velenose: definizione

Una pianta si può definire velenosa se contiene in una qualsiasi sua parte dei principi attivi che possono arrecare danni alla salute di chi ne viene, in qualsiasi modo, a contatto. Ci sono piante che contengono tossine in grado di provocare intossicazione molto pericolose e potenzialmente mortali; altre che contengono principi attivi in grado di provocare irritazioni a livello locale, mentre altre ancora possono risultare dannose solo in soggetti particolarmente "predisposti" nei quali si scatenano fenomeni allergici più o meno gravi.

Sfuggire alle Velenose

A seconda del tipo di pianta, purtroppo, non sempre è possibile sfuggire ad una velenosa. Il metodo più utile è cercare di non respirare l'aria che ci circonda così da non inalare nessun tipo di spora, ma spesso può non essere abbastanza.

Genetica: nozioni base, erbe comuni e semplici

La genetica è una branca dell'erbologia che studia i caratteri delle singole piante ed il loro DNA in previsione della modificazione di questo al fine di migliorare e rafforzare specie più deboli o attaccate da malattie. La genetica prevede diversi step:

  1. Innesto: prevede l`inserimento di una matrice d`innesto all`interno di un tralcio.
  2. Impollinazione artificiale: prevede lo spostamento del polline da un fiore di una specie ad un altro di un`altra specie.
  3. Implementazione: prevede l`inserimento di un germoglio in stato embrionale all`interno di un seme.
  4. Modificazione del DNA: prevede proprio la combinazione in laboratorio di due DNA completamente diversi ma compatibili.
Innesto inglese

L' innesto è una pratica per la riproduzione sessuata delle piante realizzata con la fusione di due individui differenti, detti rispettivamente portinnesto o soggetto e nesto o oggetto, di cui il primo costituisce la parte basale della pianta e il secondo la parte aerea. L'innesto consiste nel saldare, sul portinnesto, una parte di pianta del nesto, rappresentata da una porzione di ramo o da una gemma. Si ottiene in questo modo un'unica pianta formata da due porzioni diverse. Esistono diversi tipi di innesto:

Innesto da esterno
  1. Innesto inglese:effettuato in serra e in temperatura controllata. Il tralcio da innestare dev`essere della stessa lunghezza della matrice d`innesto. La parte finale dell`innesto viene successivamente tagliata trasversalmente così da avere una punta acuminata e lo stesso taglio, ma dalla parte opposta, viene effettuato sulla matrice. Successivamente, su entrambe le parti, viene effettuata una piccola incisione al centro parte interna così da ottenere due incastri. Le due parti vengono poi unite e incastrate tramite i due intagli centrali.
  2. Innesto da esterno: effettuato solitamente ad altezza della terra. La matrice viene intagliata verticalmente per circa cinque/sei centimetri, mentre l`innesto viene tagliato a sfumare, così da ottenere una punta acuminata – una specie di scheggia. La matrice viene tenuta aperta da un coltello e poi viene inserito l`innesto, sfilando il coltello. Viene legata e coperta.

L' impollinazione artificiale, detta anche manuale o meccanica, è una tecnica utilizzata in quando la impollinazione spontanea è insufficiente, ed avviene grazie al trasferimento manuale del polline. Esistono due tipi di impollinazione artificiale:

  1. Tramite pennello: individuati i fiori maschili da quelli femminili, il pennello precedentemente asciugato viene passato prima nei pistilli maschili e successivamente nei petali femminili.
  2. Tramite ago: pratica più invasiva che prevede l'inserimento di un ago dalla punta schiacciata all'interno del cuore del fiore femminile così da procurare un taglio alla base di esso, dentro al quale verrà inserito tramite l'uso di una piccolissima spatola il polline maschile.

L' implementazione viene utilizzata quando si vogliono creare o rafforzare alla base delle piante. È un procedimento molto complesso, preciso e lungo che per un genetista alle prime armi risulta essere molto complesso. Viene praticata un'incisione trasversale sul seme non ancora germogliato così che possa esser inserito al suo interno un piccolo strumento appuntito che permetterà di mantenere le due parti del seme sollevate. All'interno del seme stesso viene poi inserito un piccolo coltello simile ad un bisturi con il quale viene praticato un taglio al germoglio diagonalmente così da asportarne la metà. Al suo posto viene inserita un'altra metà di germoglio e vengono poi fissate con una gelatina ottenuta da una pianta particolare. Successivamente viene richiuso il seme, sigillato e messo in incubatrice così che possa germogliare.

La modificazione del DNA avviene in laboratori specializzati e prevede un'azione direttamente nel DNA della pianta stessa dal quale viene prelevato un campione e successivamente unito con un altro di una pianta compatibile. Impossibile da praticare se non si è estremamente ferrati in materia.

Settimo Anno

Le Pericolose: definizione

Le Pericolose sono quelle piante che presentano caratteristiche che vanno a nuocere in maniera grave alla salute del mago al quale si approcciano se non trattate accuratamente. Si possono sottolineare quattro gruppi:

  1. Dipendenti: comprende tutte quelle piante che possono essere riconosciute come funghi e parassiti.
  2. Mnemoniche: comprende tutte quelle piante che agiscono direttamente sulla mente dei maghi in modo aggressivo e potenzialmente mortale.
  3. Velenose: comprende tutte quelle piante velenose che hanno un tasso nocivo che va da alto a letale.
  4. Fisiche: comprende tutte quelle piante che agiscono fisicamente sul mago ed in modo violento tramite rami, radici e qualsiasi tipo di parte flessibile.

Capacità eccezionali

Le capacità eccezionali sono tipiche delle piante pericolose poiché per la loro classificazione in gruppi vengono utilizzati metri di giudizio che riguardano non i classici canoni di divisione ma tutte quelle capacità particolari praticamente introvabili altrove. Tipicamente, una pianta pericolosa tende ad agire fisicamente o psicologicamente sulla persona.

L'esempio tipico delle capacità eccezionali delle pericolose viene fatto sulla Selenia, pianta che popolarmente viene considerata demoniaca in quanto agisce in modo molto simile ai demoni divinatori utilizzati in Demonomanzia.

Genetica: modificazione del DNA, piante con capacità magiche

La modificazione del DNA, come già accennato, è una pratica molto complessa che viene effettuata in laboratori preposti e con strumenti appositi. Questa pratica viene utilizzata solitamente per tutte quelle piante che presentano capacità particolari (come le Pericolose) che devono essere strettamente controllate in laboratorio e per l'unione di due piante con proprietà magiche.

Per la modificazione del DNA viene prelevato in precedenza un campione del germoglio ancora racchiuso nel seme, messo in infusione con una miscela composta da Allosteria, acqua distillata e alcool puro così che i filamenti di DNA vengano a galla. È un procedimento molto delicato che richiede almeno due notti di macerazione e controllo, è necessario che la temperatura della stanza rimanga ad una temperatura costante di 21,5°C. Nel momento in cui il DNA viene rivelato è necessario raccoglierlo ed adagiarlo su foglie sempre di Allosteria, è estremamente importante che il DNA non venga a contatto con le dita o con qualsiasi altra parte del corpo, pena la contaminazione. I filamenti ottenuti devono poi essere uniti a quelli dell'altra pianta (o piante) e tenuti assieme per almeno quattro ore. In queste quattro ore i DNA entrano in contatto: se i filamenti diventano unici l'unione è andata a buon fine e si può provvedere all'implementazione all'interno di un germoglio vuoto che a sua volta dev'essere inserito dentro ad un seme che dev'essere successivamente piantato. Qualora i filamenti restino separati o si essicchino, è necessario ri-iniziare il processo e prestare particolarmente attenzione.

La crescita del seme deve avvenire in ambiente e a temperatura controllata, prestando attenzione al fatto che questa rimanga isolata senza nessun tipo di influenze esterne di altre piante o spore. Durante la crescita, che può essere più lenta del normale, è probabile che la pianta mostri delle capacità sconosciute e particolari: per questo motivo è estremamente importante che questa sia trattata solamente da persone esperte.